Oggi, molte cose sono diverse. Io sono diverso, la società italiana è diversa rispetto a 2001, l’anno in cui approdai nel Bel Paese. La società rumena è oggi molto diversa, anche se molti retaggi dei tempi che furono sono ancora evidenti.
La nostra identità in quanto esseri umani è il riassunto della definizione che noi diamo al nostro sé, e quella che ad essa attribuiscono gli altri. Alla luce di un’esperienza di immigrazione, la triplice identità umana – sociale, individuale e virtuale – percepisce il rispetto diversamente. Più fluido, più soggetto al cambiamento.
Le tre abitudini rispettose che ti aiuteranno ad essere una persona migliore
La sfera delle abitudini è una delle più gettonate nell’industria del self-help. Se vuoi, puoi, ti dicono. Beh, ho una cattiva notizia per te: non basta volere per potere. E non basta potere per cambiare. E ancora: non cambi di botto le tue radicate abitudini, non da oggi a domani.
Il cambiamento delle proprie abitudini è un processo molto più impegnativo di quanto ce la raccontano i paraguru di domenica della crescita personale. Un processo spesso mal compreso e mal consigliato. Il cambiamento per essere durevole ed efficace, lo devi attuare a piccole dosi, un’abitudine alla volta, con pazienza, costanza e determinazione. Il cambiamento, lo devi preparare con una maggiore apertura verso il Mondo e con maggiore ascolto di sé stessi. Deve iniziare con un cambio di mentalità e con un autentico amore per sé stessi. Con un ardente desiderio di diventare migliori. Con la giusta conoscenza e rispetto dei propri limiti. Con la forte motivazione di esserci: qui ed ora.
Tra le abitudini rispettose che ho imparato nella mia esperienza di immigrazione, ce ne sono tre che vorrei condividere con te:
- Concedere il beneficio del dubbio anche se non è stato proprio facile per uno che veniva dall’Est, dove per tanto tempo il dubbio era poco o per niente contemplato
- Evitare di generalizzare o parlare a nome di un gruppo, cammino lungo e tortuoso per chi nasce e cresce in una società dove il pensare diversamente era altamente rischioso
- Mostrare tolleranza per gruppi diversi dal proprio, ancorché inesistenti o sconosciuti fino a qualche anno fa, lezione di autoeducazione civica appresa alla scuola dell’immigrazione
Io credo che apprendere il rispetto verso le diversità umane di ogni dove passa per la formazione umanistica. E ogni autentica formazione umanistica passa anche per l’incontro con la retorica, quella piccola cosa di assoluta importanza quotidiana che ci aiuta a trovare le parole efficaci, al momento e al posto giusto. In pieno rispetto di noi stessi e del nostro uditorio.
Oltre alle tre abitudini rispettose elencate sopra, aggiungete: la lettura dei libri e la visione dei film, i giochi e le simulazioni che possano aiutare a plasmare e a coltivare rapporti rispettosi tra individui e tra gruppi. Così possiamo:
- Meglio comprenderci reciprocamente
- Aiutarci l’un l’altro
- Meglio collaborare in vista di obiettivi comuni
- Accogliere più apertamente posizioni diverse dalla propria
Tre strategie culturali per aiutarti a educare i tuoi figli alla multiculturalità
Voglio concludere con una considerazione da genitore: mia figlia, tripla cittadinanza, famiglia multiculturale e plurilinguistica ed educazione scolastica bilingue cresce lontana dagli abituali punti di riferimento di una famiglia, i parenti. Del resto, oggigiorno sempre più famiglie si formano, si spostano, crescono e si modificano lontano dai nuclei famigliari originari, mescolando lingue, culture e civiltà nel villaggio globale chiamato Mondo. Personalmente, coltivo il significato di rispetto con l’aiuto di tre strategie culturali:
- incoraggio e coltivo le relazioni con persone di nazionalità e culture diverse, con i membri di diverse comunità
- spiego regole e consuetudini nostre e degli altri
- stimolo atteggiamento costruttivo e positivo di fronte alla vita dentro e fuori i propri confini culturali
Infine, alla luce dei notevoli spostamenti umani dei primi due decenni del terzo millennio, la stabilità e la salute della tanto provata Europa (oramai a 27 e non più a 28) membri saranno determinate dalle scelte che Bruxelles deciderà di compiere nei confronti di chi si sposterà dentro e fuori i propri confini: ignorarli, trattarli con condiscendenza oppure offrire loro un’autentica opportunità d’inserimento nella nuova cultura di accoglienza farà la grande differenza.
Vedremo.
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*Questo articolo è apparso per la prima volta il 5/12/2016. L’ho aggiornato a febbraio 2020 pochi mesi dopo la… maggiore età (a settembre 2019 ho compiuto 18 anni da quando sono arrivato in Italia).