Argomento smartphone e tecnologie digitali: scottante per grandi e piccini. Ora però avrai a disposizione 6 strategie per farne un uso consapevole e moderato.

Il tempo è la moneta della tua vita. È l’unica che possiedi e che puoi decidere come spendere. Stai attento, non permettere ad altri di usarla al tuo posto.

Carl Sandburg

Se sei un lettore abituale di RhetoFan, sai che ho spesso affrontato l’argomento smartphone e tecnologie digitali non solo in relazione al mondo adulto ma anche al mondo giovanile.

 

Per farti un’idea ti lascio qui sotto tre link:

Non contesto i benefici della nostra sgargiante mattoncina tascabile di tutti i giorni. Anzi, trovo che sia uno strumento utilissimo, una delle espressioni più alte dell’ingegno umano. Lo smartphone e tutti ciò che chiamiamo tecnologie digitali non hanno nulla di cattivo in sé. Ci hanno reso la vita più facile, hanno aumentato vertiginosamente l’accesso al sapere, ci hanno aiutato a scoprire gli angoli più remoti del pianeta. Hanno portato il mondo a un solo click di distanza.

 

Il vero grattacapo non è dunque la loro utilità e tanto meno la loro estetica, ma il modo in cui li usiamo. Più nello specifico, il tempo che decidiamo di trascorrere appiccicati allo schermo di un dispositivo digitale.

 

Chiara, la mia junior grande, ha il suo portatile da più di due anni. Ha ricevuto il suo primo smartphone insieme all’ultima pagella delle elementari quando eravamo, tutti, da poco usciti dal primo lockdown nazionale.

 

Quest’autunno ha cominciato la prima media e da poco ha compiuto 11 anni. Si sente grande, responsabile e rispettosa.

 

Insieme a un nuovo anche se modesto smartphone ha ricevuto una generosa sim con 70 giga mensili, telefonate e sms illimitati più 3 ore di uso quotidiano tra le 7 e 22 monitorate da Family Link. Che in seguito sono diventate, su mio ripensamento, quattro ore. All’inizio l’uso quotidiano era piuttosto parsimonioso, 1-2 ore, poi a poco a poco è aumentato, con rari picchi di 4 ore al giorno.

 

L’utilizzo medio, tuttavia, si attesta su due ore e mezze al giorno, in parte per svago, in parte per uso scolastico. In questo tempo rientra spesso anche un uso condiviso con Marco, il fratello più piccolo. Per l’uso che ne fa è, come i suoi coetanei, uno screenager: ama giocare col suo cellulare, tenersi in contatto con i suoi amici, ascoltare musica e interrogare Google quando non sa qualcosa.

Non limitarti a segnare il tempo; usa il tempo per lasciare il tuo segno.

Harvey B. Mackay

La vera grande sfida genitoriale non è incoraggiare l’astinenza dall’uso dei dispositivi digitali, ma un utilizzo consapevole e moderato dei device digitali, smartphone in primis.

 

In altre parole, la forte correlazione tra uso responsabile della tecnologia, gestione efficace del tempo, benessere percepito e autostima. Tutti pilastri necessari su cui poggiare una crescita armoniosa delle nuove leve del mondo di domani.

Smartphone e tecnologie digitali per non restare da soli

6 strategie per stimolare l’uso consapevole e moderato dello smartphone

  1. Tecnica dell’equilibrista. SI tratta di trascorrere in maniera focalizzata lo stesso tempo on e offline, idealmente trenta minuti intercalati da 5-10 minuti di pausa. “Mezz’ora di telefono, mezz’ora di gioco manuale” “Mezz’ora di tablet, mezz’ora di lettura”, “Mezz’ora di PC, mezz’ora di (inserire attività a piacimento)”. Corrisponde all’incirca a un pomodoro e iniziare a calcolare il tempo in pomodori è un primo passo concreto per un’educazione consapevole alla gestione del tempo. Altre aree importanti della vita su cui può influire questa tecnica, con molteplici benefici: concentrazione, autocontrollo e autodisciplina. In forma puramente ludica, leggera e scherzosa.
  2. Mezz’ora magica. È il tempo da dedicare ogni giorno alle proprie passioni. “Vuoi diventare architetto? Ogni giorno leggi, guarda, ascolta qualcosa legato alla tua passione.” Cambia la passione? “Continua a investire la tua mezz’ora magica nel nuovo hobby.” Chiara vuole diventare attrice e io faccio da promemoria: “Hai preso la tua mezz’ora magica?”, “Ok, è tempo di andare a prenderla”. Per leggere un articolo, ascoltare un podcast o un audiolibro o guardare un documentario su Internet. Attività in cui l’uso dello smartphone è incoraggiato.
  3. Priorità. Ci sono cose urgenti e ci sono cose importanti da fare. Le prime riguardano te stesso e chi ti sta attorno (genitori, fratelli, sorelle, parenti ecc.). Le seconde riguardano soprattutto te stesso. Le urgenze sono oggettive, ciò che è importante, invece, è soggettivo. È la distinzione oggettivo-soggettivo spiegata in preadolescenza. Abituarsi a pensare alle varie attività quotidiane in termini di priorità è un modo per iniziare a gestire efficacemente il proprio tempo e dedicarlo ad attività che davvero conta. Da gradi ti ringrazieranno.
  4. Bando alle notifiche. Suoni tra i più bizzarri per avertirti del nuovo messaggio, dell’ultima novità o notizia. Le notifiche sono lì per sciuparci tempo e attenzione, due monete di inestimabile valore che possediamo e alle quali spesso rinunciamo con troppa facilità. Al posto delle notifiche: finestre temporali circoscritte di consultazione del proprio smartphone. Io le ho disattivate da due anni, sapessi che sollievo! Provaci anche tu e fammi sapere 😉
  5. Tavolo. Lo smartphone sta mai sul tavolo durante i pasti. Sta invece, comodo e silenzioso (niente suonerie, vibrazioni e tanto meno notifiche) su uno scaffale, lontano dagli occhi, lontano dalle dita.
  6. Fiducia. Investitene più che puoi nei tuoi juniors. Siate generosi nell’investire piena e incondizionata fiducia (per capirci, priva degli antiquati e superflui “se…. allora avrai…/ potrai/ andrai ecc”).

L’Internet e il variegato mondo di strumenti digitali è esteticamente irresistibile. Sono le porte e portoni per accedere all’immensità del mondo virtuale e possono essere descritti con la metafora del bosco. Come un qualsiasi bosco fitto può nascondere non poche insidie: alberi insani (siti di dubbia provenienza e utilità), predatori rapaci (adescatori senza scrupoli) e altre oasi di oscurità in cui la luce arriva poco o non arriva mai.

 

Se sei un adulto poco esperto, meglio entrarci accompagnato. Se sei un adolescente, meglio farti guidare dai più navigati. Se stai per varcare la soglia della preadolescenza, meglio andare accompagnati da mamma e papà, i tuoi primi veri allenatori discorsivi.

 

Una volta dentro il fitto bosco puoi divertirti, sì, e puoi scoprire e imparare tante nuove cose. Ma puoi anche perderti, essere ferito o azzannato. I leoni da tastiera sono sempre affamati…

 

L’utilizzo consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali non è né facile, né scontato. Spesso vediamo adulti seduti allo stesso tavolo risucchiati dallo schermo dei loro telefonini. Voltiamo lo sguardo e vediamo adolescenti seduti su una panchina che pigiano con furia le tastiere virtuali dei loro smartphone.

 

Ci hanno promesso che le nuove tecnologie (insieme ai social) ci renderanno la vita più facile e le relazioni più appaganti. Beh, non è andata proprio così. Consumiamo tonnellate di byte in più svariate forme e sui più disparati dispositivi a tutte le ore del giorno e spesso anche di notte. Se non abbiamo lo smartphone sul comodino o nella tasca ci sentiamo persi e un irruente ansia ci assalga. Siamo diventati, nel bene e nel male, estensioni di quel luccicante oggetto ruba occhio, tempo e focus. Un esercito di ingegneri lavorano giorno e notte nelle valli più siliconate del mondo per renderci avidi consumatori di app, feed e selfie.

 

Opporsi frontalmente è una battaglia persa. Loro – gli ing. siliconati – sanno come produrre e producono, oltre ad essere pagati profumatamente per farlo. Noi, invece, consumiamo e spesso paghiamo per farlo. Dall’altra parte, precludere ai nostri juniors l’ultilizzo dello smartphone e degli altri strumenti digitali più che protteggerli può suscitare in loro frustrazione e sfiducia.

 

Opporsi con astuzia, questa è la chiave. Distogliere l’attenzione da questi sfavillanti rubaocchio e indirizzarla verso attività che coinvolgono la scrittura, la riflessione, l’introspezione, il gioco in compagnia, la manualità. Questa è la chiave che possiamo mettere nelle mani dei nostri juniors. Accogliere e padroneggiare l’evoluzione e i suoi prodotti e farne tesoro: mettere gli smartphone e tutti gli altri scintillanti oggetti tecnologici al servizio delle nostre esigenze e usarli con ragionevole misura.

 

Per aiutarli a crescere belli, forti e intelligenti. Per stimolarli a diventare cittadini responsabili e rispettosi in una società democratica.

 

È un’impresa ardua, certo, stimolare la creatività e la curiosità dei nostri e delle nostre juniors. Educarli all’uso consapevole di questi potenti strumenti significa educarci a un loro utilizzo accorto. Richiede molte energie e molta pazienza che non tutti sanno, vogliono o possono donare.

 

Ma tu non sei tutti 😉