No, non è così: è come dico io! Punto.
E non provare a contraddirmi. Quello lì pensa di poter dire quello che vuole, ma si sbaglia di grosso. Gliene dico quattro, così impara a collegare la bocca al cervello la prossima volta!
No, caro mio, queste cose a me non le dici, eh! E ancor meno con questo tono.
Ah, no, queste cose qui, io non le accetto. No e no. Mai e poi mai. Qui, qualcuno ha davvero fatto male i conti.
Non vedo proprio perché dovrei essere io a cedere. Mica attacco, mi sto solo difendendo.
Hai presente l’inferno discorsivo? Ecco, è costellato da questi tipi di botta e risposta. Parole spigolose in grado di provocare uno tsunami emotivo. Devastante per chi parla (il locutore) come per chi ascolta (l’interlocutore).
Stai lontano dalle persone negative, hanno un problema per ogni soluzione.
Anonimo
Scoppi di ira, imprechi, urla, parole velenose che volano e il continuo aumentare della tensione, ecco cosa succede quando a prendere possesso della nostra testa è la comunicazione negativa.
Si raccoglie quel che si semina e in casi come questi il raccolto c’è, eccome: insonnia, ulcere, tensione muscolare, “cortocircuito” cerebrale ed emotivo, senso di sfiducia, rabbia, rancore.
Riempire di questi veleni la propria esistenza è senza dubbio una perdita: di tempo, di energie, di serenità. Una sconfitta, bella e dolorosa.
Facciamo un esperimento?
Mostra l’immagine di copertina (quella blu, zeppa di negazioni) di questo articolo a un amico, alla fidanzata, a un parente. A una persona che hai a cuore e con la quale hai una certa confidenza. Mostra e osserva. Qual è stata la reazione? Sopracciglia alzate? Si è rilassato? Ha sorriso? O alla loro vista il tuo interlocutore si è irrigidito?
Ora facciamo finta che questa scena si svolga con il tuo amica, fidanzata, parente ecc. in un campo magnetico e circondato da onde radio. Cioè mentre si sottopone a una risonanza magnetica. Ai fini di bene, eh, per la ricerca…
Cosa si registra con gli occhi attaccati a questa immagine? Un forte incremento nell’attività dell’amigdala – l’archivio della nostra memoria emotiva – e il rilascio di parecchi ormoni e neurotrasmettitori dello stress.
È esattamente ciò che succede nel tuo cervello quando ti lasci invischiato in dei botta e risposta simili a quelli dell’inizio articolo. Quando un confronto si trasforma in uno scontro.
Non solo. Anche quando leggi e ascolti notizie negative, quando guardi immagini e scene di violenza nei film o su web.
L’esposizione a un contesto negativo, che sia una furibonda litigata, la lettura o la visione di fatti violenti manda in tilt il nostro cervello fino a portarlo a un black out totale.
Più rimani concentrato su parole e pensieri negativi, più rischi di danneggiare le strutture chiave del cervello che regolano il pensiero logico, la memoria, le emozioni, il linguaggio.
Questo è il potente impatto che le parole negative hanno sul nostro cervello. Più ci metti negatività nelle parole, più lo stress aumenta e maggiormente sentirai crescere in te ansia, irritabilità e senso di sfiducia.
Empa …che? Coo … che? Empatia e cooperazione, cosa sono? … ti chiederai. Non conosco queste parole, dirai…
L’età non conta
Ogni forma di rimuginio o di ruminazione stimola il rilascio di neurotrasmettitori distruttivi.
Non importa se siamo adulti o adolescenti, uomini o donne, nati nell’Occidente o all’Oriente. Più pensieri negativi abbiamo, maggiore sarà la probabilità di sperimentare disturbi emotivi, di guardare il mondo da autentici attaccabrighe, di vedere in giro per la nostra vita più nemici che amici.

Il pensiero negativo si autoalimenta: più ti esponi a scenari e contesti a forte impatto negativo (sfuriate, dialoghi conflittuali ecc.), più il tuo cervello genera altri pensieri ed emozioni negativi.
Infatti, sembra che il nostro cervello abbia la strana abitudine di spendere più tempo a preoccuparsi rispetto ad ogni altra creatura sul pianeta.
Il cervello è collegato ai pensieri negativi e venirne fuori non è proprio una passeggiata. Lo dice, bene, Alison Ledgerwood, ricercatrice all’Università di California. Le persone ti parlano tutte bene, ma solo una ha qualcosa da ridire su ciò che dici e tutta l’attenzione cadde su quest’ultima. Com’è possibile? Clicca qui e scoprilo.
Se porti la negatività nel tuo modo di parlare, spingi te stesso e le persone che ti stanna attorno in un buco nero che porta dritto alla violenza. Da quella verbale a quella fisica, poi, è un attimo… Più alimenti il dialogo negativo a casa, al lavoro, in giro per il mondo, più ti sarà difficile fermarti.
A combattere tutto questo, un rimedio c’è. Una strategia a portata di mano: il pensiero positivo.
Cinque strategie per spazzare via i veleni del pensiero negativo
Bene, ora che sai come funziona la tua mente quando si riempie di pensieri negativi è tempo di rimettere le cose nella giusta prospettiva. Diversamente, ti perdi gran parte della gioia di vivere.
A muri, barriere e cospirazioni varie è bene contrapporre finestre, ponti e fiducia. Nel proprio valore, per prima.
Come interrompere quindi la discesa nell’inferno della negatività?
Con l’aiuto del pensiero positivo. Nello specifico, ecco cinque strategie per portare luce, ispirazione e curiosità nella tua vita.
- La manutenzione del dialogo interiore. Diciamolo: la persona contro la quale scarichi la pesante artiglieria della negatività è spesso la stessa che ti tiene compagnia ogni giorno per non meno di 24 ore. Sai a chi mi riferisco, vero? Inizia con essere gentile con lei: cambia tono, sguardo e parole. E se non sai da dove iniziare qui trovi 70 frasi pronte per dare una raddrizzata al tuo pensiero negativo.
- Anziché ruminare e rimuginare, meglio fare. Il pensiero sì, ci distingue, ma la vera differenza la farai attraverso l’azione. Qui trovi 16 parole efficaci per superare il dire e il pensare. E iniziare, finalmente, a fare.
- Portati con te in giro una boccetta di olio. Uso una metafora per suggeriti di lasciar scivolare: è meglio che lasciarsi risucchiare nei vortici della negatività. Molte delle situazioni della nostra quotidianità hanno poco o non hanno affatto a che vedere con gli aspetti veramente importanti della nostra vita. Perché, allora, spendere tempo, energie ed emozioni in contesti e conversazioni di poco conto?
- Tirati fuori, una volta per tutte, da quel passato nebbioso. Non è che se continui a chiederti “Come sarebbe stato, se … (inserire tormento a piacimento)?”, le cose cambieranno. Per darci un vero taglio, meglio chiederti: “Cosa posso fare oggi, per non rimpiangere il domani?” Del resto, anche la retorica ci insegna che il presente vale, ma il futuro non è di meno perciò dacci dentro per uscirne fuori: inizia con il discorso deliberativo.
- Infine, e per oggi è tutto, tieni un diario. Digitale o analogico, poco importa, quel che conta è riscoprire lo straordinario potere curativo della scrittura espressiva. È spesso sottovalutata, ma mettere nero su bianco i tuoi pensieri, anche quelli più reconditi, ti aiuterà a far spazio nella tua mente a ciò che veramente conta: serenità, ottimismo e voglia di fare.
A presto,
Lucian
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