Aggiornato l'8 marzo 2021.

Questo articolo è stato revisionato e aggiornato l’8 marzo 2021.

Le donne della mia Retorica: chi sono e perché ho scelto di dedicare loro questo articolo.

Chi dice donna, dice danno. È vero, danno: vita, speranza, coraggio, amore. 

L’8 Marzo, l’universo femminile è in festa. E tutti noi con loro.  È un giorno speciale, o, per meglio dire, un giorno culturalmente più speciale degli altri 364 di ogni anno.

 

Come puoi intuire, il titolo dell’articolo è provocatorio. Le donne della mia retorica sono coloro che sono state di IspirAzione per il progetto RhetoFan. Sono donne che ammiro per ciò che fanno e hanno fatto.

 

Te ne presenterò otto in questo articolo, che più mi hanno ispirato e motivato con il loro esempio. I loro messaggi superano i confini del web e arrivano dritto al cuore.

 

Sono donne che infondono energia. E suscitano ammirazione.

 

Questo post è il mio omaggio a loro.

 

Otto donne di IspirAzione

Ti presento, quindi, otto donne che sono state di grande IspirAzione intellettuale in diversi momenti della mia vita.

Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.
Rita Levi Montalcini 

Andiamo Oltreoceano per presentarti Adora Svitak. L’ho incontrata mentre cercavo nuovi spunti per migliorare come allenatore discorsivo nella Palestra delle Parole. L’ho vista per la prima volta in occasione di un suo discorso non proprio recente ma tutt’oggi attuale.

 

Era il 2010 e Adora aveva 12 anni. Salì su un palco TED e fece un applauditissimo discorso dal titolo Cosa possono imparare gli adulti dai bambini. Mi colpì profondamente. Dopo averlo visto, girovagai per il web in cerca di approfondimenti: questo video realizzato quando era ancora bambina riassume in tre minuti il suo pensiero.

 

Oggi, la puoi incontrare sull’edizione americana di Huffington Post. È lei l’autrice di Compreresti questo per tua figlia? e di questo articolo in cui sottolinea l’importanza dei data e soprattutto delle scienze umanistiche.

 

Rimaniamo negli States: ti presento Amy Cuddy, rispettabile professoressa di psicologia sociale alla Harvard Business School e autrice di un cliccatissimo intervento al TED intitolato Il vostro linguaggio corporeo determina chi siete. Il suo talk è il secondo più visto di tutti i tempi e di tutti palchi TED. Anche io l’ho visto più di una volta. Repetitia iuvant 😉

 

La sua filosofia è racchiusa in poche parole e buone, come piace ai lettori di RhetoFan: Fa’ la posa giusta! Dopo il suo speech, pubblicò Il potere emotivo dei gesti.

 

Sempre negli Stati Uniti, incontriamo Nancy Duarte che tenne una strepitosa presentazione su La struttura segreta dei grandi discorsi. Spiega come sono stati concepiti i discorsi di due grandi della storia recente dell’oratoria: Martin Luther King e Steve Jobs.

 

Se vuoi mettere in atto una potente call-to-action devi fare due cose: guardarti il suo TED-intervento e farti un giro sui sentieri della retorica.

 

Il suo motto è You have the power for change the world che mi piace un sacco. Vedrai, non è un cliché. In italiano puoi anche trovare la sua ricetta del discorso perfetto.

 

Torniamo a casa nostra, non prima di fare una breve sosta Oltralpe. Qui vorrei presentarti Sophie Marceau, famosa e splendida attrice senza la quale il cinema francese sarebbe decisamente più povero.

 

È un’attrice che apprezzo anche per il profondo affetto che mi lega alla Francia, alla sua lingua e alla sua cultura. Si è fatta posto tra le donne della mia retorica per le emozioni che mi ha suscitato la visione di molti dei suoi film. Fra tutti: Il tempo delle mele 1 e 2, il suo esordio cinematografico, e Carissima me che ho visto insieme a mia figlia Chiara poco dopo aver festeggiato il suo settimo compleanno. Se vuoi scoprire quacosa di più sull’attrice francese, questo articolo in italiano ne parla diffusamente.

 

Infine, arriviamo in Italia. Qui, voglio presentarti Annamaria Testa che, in realtà, non ha bisogno di alcuna presentazione quando si tratta di comunicazione e creatività.

 

Il modo più immediato per conoscerla è visitarla sul suo Nuovo e Utile. In uno dei suoi articoli mi ha fatto conoscere “una bionda avvenente ed energica in grado di tenere la scena con la sicurezza di una rockstar”. Si riferiva a Daniela Lucangeli e al suo intervento sulla classe capovolta. Un tema di attualità che puoi approfondire partendo da questa brillante video lezione tenuta dalla stessa prof Lucangeli sull’intelligenza numerica.

 

Sempre a casa nostra ti presento Luisa Carrada, anche lei indiscusso riferimento quando si tratta di … parole. Sul suo blog trovi numerosi articoli tra cui questo, sull’introvabile L’arte di avere sempre ultima parola di Jay Heinrichs. La versione originale – Thank you for arguing – è decisamente più facile da reperire.

 

Rimaniamo nel nostro Belpaese: lei è Bebe Vio, la cui storia mi ha profondamente emozionato. L’ho scoperta in parte sul suo blog, in parte guardando questo video grazie a un articolo pubblicato da Il Post.

 

Il suo è uno straordinario esempio di determinatezza e forza di volontà che ti spinge a cancellare dal proprio vocabolario frasi come Non ce la faccio (più), Non (so se) ci riesco e altre variazioni sullo stesso tema.

 

Ecco, se nel tuo dizionario mentale hanno trovato posto pensieri vittimizzanti come quelli sopra citati, guardati il blog di Bebe e rifletti sulla sua storia. Poi, ripensaci.

 

Concludo: ti presento Nadia Comăneci la mia connazionale e cittadina americana da parecchi anni. È nata a 50 chilometri da casa mia e se domandi l’amico satutto Google ti dirà in più di cinquecento mila risultati che al suo nome si associa una parola speciale: PERFEZIONE.

 

Nel 1976, a 14 anni e in occasione dei Giochi Olimpici di Montreal, Nadia mise a tacere il mondo intero con un’esibizione perfetta che le valse il titolo di Miss Perfezione.

 

Per lo stupore di tutti, mandò in tilt la tecnologia canadese di allora: per la sua perfezione non avevano voto. Il 10 non era ancora inventato, i computer erano programmati per assegnare voti fino al 9,99. Quel giorno di luglio, invece, a inventare il 10 ci pensò la ragazzina di 14 anni che diventò in seguito simbolo di una generazione e vanto propagandistico per un Paese che iniziò la discesa negli inferni del socialismo autoritario.

 

Lei fu fatta scendere dalle stelle alle… stalle. Resistette stoicamente fino a quell’incendiario novembre del 1989, pochi giorni prima della fuga presidenziale e lo smarrimento sociale, economico e culturale che ne segui.

 

Con l’aiuto di pochi e fidatissimi amici Nadia arrivò negli Stati Uniti dove vive tuttora occupandosi di quello che sa fare – è proprio il caso di dirlo – alla perfezione: ginnastica.

 

Se vuoi scoprire di più sulla sua parabola umana, eccola sul suo sito, in inglese, oppure puoi leggere questo articolo sul primo 10 alle Olimpiadi.

 

Per ciò che mi riguarda: sapere che la Perfezione è nata dove sono nato io mi rende particolarmente orgoglioso.

 

Alle otto donne che sono state (e continua ad esserlo) di profonda IspirAzione intelletuale per il progetto RhetoFan e a tutte le donne che ci danno ogni giorno amore, coraggio e speranza l’augurio di vita lunga e parole efficaci!

 

Lucian

 

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