La paura ha una precisa funzione biologica: sta tranquilla nella nostra testa e ci aiuta a proteggerci. Dai pericoli reali, non immaginari. L’orso incontrato su un sentiero in montagna, il leone che hai visto da vicino nella savana, il serpente velenoso, i tuoni, la tempesta. In situazioni come queste la paura ti può salvare la vita. La paura di non essere all’altezza, invece, no. Anzi, te la rende dannatamente difficile.
Fa ciò che senti giusto nel tuo cuore, poiché verrai criticato comunque. Sarai dannato se lo fai, dannato se non lo fai.
Eleanor Roosevelt
Siamo evoluti, oggi, abbiamo più conoscenze e più informazioni di tutte le generazioni passate messe insieme. Lo dimostra l’estensione della nostra vita reale: il mondo online e tutto ciò che in esso versiamo, cerchiamo, scopriamo.
Le paure reali sono diminuite. Per contro, quelle immaginarie si sono moltiplicate. E non sono di grande aiuto quando vuoi andare avanti. Le paure immaginarie non ti salvano la vita, non ti mettono al riparo, non ti fanno stare meglio. Tanto meno, vivere più a lungo. Anzi, ti tirano il freno, ti bloccano e ti costringono a rinunciare ai tuoi obiettivi più ambiziosi, ai tuoi sogni più audaci, al tuo desiderio di miglioramento.
Vuoi sbarazzartene e andare avanti? C’è solo una cosa da fare: prenderle di petto, le paure, e cacciarle via.
Queste sono le cinque paure paralizzanti, le più diffuse al mondo, tutte immaginarie, che ci spolpano di energie rovinandoci la vita.
- La paura di parlare in pubblico
- La paura del rifiuto
- La paura del giudizio degli altri
- La paura di non essere all’altezza
- La paura di sbagliare
Questo è il quarto di una serie di cinque articoli in cui esploro le cinque paure paralizzanti e come fare per liberarcene. Tralascio le fobie e gli attacchi di panico o altri stati emotivi che necessitano l’intervento mirato di uno specialista.
La paura di non essere all’altezza: come riconoscerla
La paura di non essere all’altezza è il risultato di un chiodo fisso piantato in quel chilo e mezzo di neuroni – grammo più, grammo meno – che siamo abituati a chiamare cervello. Un chiodo fisso, una barriera, due parole: essere perfetti. “Faccio tutto alla perfezione e sarò accettato” pensiamo.
Non funziona, però. Essere perfetti è una condizione irrealistica, irrealizzabile. La tensione interiore tra il forte desiderio di essere perfetti e l’aspirazione di essere accettati si materializza sotto forma di procrastinazione. Ne parla Tim Urban in un intervento sul palco TED, divertente e illuminante, che ti consiglio di guardare. Lo trovi qui sotto, non appena finisci la lettura di questo articolo.
La procrastinazione è una “parola (molto) magica” che nella vita di tutti i giorni si presenta sotto forma di frasi brevi a effetto immediato: “lo faccio dopo”, “ci penso poi”, “tanto domani c’è tempo” e via di questo passo. Una gratifica momentanea che alimenta la paura del fallimento e ci spinge a evitare situazioni e contesti che invece potrebbero rivelarsi opportunità di crescita, di apprendimento e di miglioramento. Così, la paura di non essere all’altezza diventa una specie di profezia che si autoavvera: abbiamo paura di non essere all’altezza e creiamo le condizioni per non esserlo davvero procrastinando, evitando di provare e rifiutando di esporci a una nuova sfida.
Tuttavia, se pensiamo di fare le cose solo quando non abbiamo paura o solo quando siamo certi che il risultato sarà quello desiderato, faremo poco e probabilmente male. Paura e pericolo non sono la stessa cosa, pertanto fare qualcosa di sbagliato non equivale al crollo del mondo sulle tue spalle, anche se probabilmente così ti sembrerebbe.
Insomma, con la paura di non essere all’altezza dobbiamo chiudere un accordo, una volta per tutte. È l’accordo del progresso: più decidi di fare le cose quando hai paura di farle, più hai la possibilità di progredire. Maggiore è la determinazione di fare qualcosa nonostante la paura, più grande è l’opportunità di scacciare via il timore di non essere all’altezza.
Tre strategie per andare avanti, nonostante la paura di non essere all’altezza
Dicevo, un accordo, una volta per tutte. In cinque punti, per averlo chiaro noi, per metterlo in chiaro a ‘sta dannata paura immaginaria incastonata dentro di noi.
Prima però lasciami raccontarti in poche parole il mio arrivo a Trento, la città in cui vivo adesso, una città che ho scoperto per caso, su Internet, che non avevo mai visto prima e in cui non conoscevo nessuno. Nei primi giorni dal mio arrivo, cominciai a sentirmi sempre di più fuori luogo. Ero spaesato sulle graziose viuzze della città e mentre camminavo mi chiedevo: dannazione, che ci faccio qui, questo luogo è “troppo” per me. Dopo essermi iscritto all’università, con colleghi mediamente dieci anni più piccoli di me, come si fa a non sentirsi inadeguato e fuori contesto? “Che ci faccio io qui?” continuavo a chiedermi mentre la paura di non essere all’altezza della mia scelta di spostarmi dal profondo sud all’estremo nord italico cominciava a impossessarsi di me. Dovetti mobilitare tutte le mie energie interiori per superare la fortissima paura e pestare convinzioni limitanti pronte a tirarmi il freno. Andai avanti, nonostante la paura. E dopo quasi vent’anni, sono ancora qui 😉
Ciò che voglio dirti con questo mio breve remember è che i pensieri che decidiamo di piantare nella nostra testa hanno il potere di cambiare il nostro stato d’animo. Puoi decidere come affrontare una situazione, una sfida, una novità: arrenderti di fronte al timore di non farcela oppure andare avanti nonostante la paura di non essere all’altezza. Non sei così sicuro di te stesso? E chi se ne frega, fai finta di esserlo. La fiducia in te stesso altro non è che un muscolo: costruiscilo, allenalo, modellalo. E poi tienilo in forma.
Vediamo le strategie, per non arrenderti e andare avanti, nonostante la paura.
- Fai un breve esercizio di fantasia: immaginati bambino alle prese con i primi passi. Sei seduto e a un certo punto decidi di sollevarti. Ci provi ma le gambe sono ancora troppo fragili per reggere il tuo corpo. Cadi ma non molli. Ci riprovi, fai un passo e cadi di nuovo. Ridi, ti guardi attorno e con tutta l’ingenua caparbietà di chi si trova ai primordi della vita, raccogli l’immensità della tua forza interiore e ti sollevi. Rimani fermo in un precario equilibrio, addocchi la sedia più vicina e parti: 1, 2, 3. Evvai! Sono i tuoi primi passi: una delle prime e più grandi conquiste umane che dimenticherai da lì a poco. Ora ti chiedo: sei proprio sicuro e sicura di non poter essere all’altezza?
- Domandati: essere all’altezza di chi? All’altezza di cosa? Chi ha misurato l’altezza di cosa? Ecco, trovata la risposta, se ne esistesse davvero una, smettila di grattarti la pancia, la nuca, la testa e fai lo stesso la cosa che temi: l’esame, il colloquio, l’appuntamento e via dicendo. Diversamente, più rinunci a causa della paura e più la paura di non essere all’altezza prenderà il sopravvento sulla tua vita. Ricordati che la paura di non essere all’altezza e la certezza di essere inferiori sono proiezioni irrealistiche della tua mente sottoposta quotidianamente a confronti e giudizi più o meno velati, tuoi e degli altri.
- Cura il linguaggio, verbale, non verbale e paraverbale, le parole che scegli delineeranno il mondo che vedi. Puoi decidere di essere l’artefice del tuo recinto oppure il pioniere di una nuova visione. “Non ce la faccio” ti presenta e ti farà sentire in una luce diversa dal “Adesso ci provo”, “Non sono capace” dice di te qualcos’altro rispetto a “Voglio imparare come si fa questa cosa e come ci si sente ad averla fatta.” Poi, parla moderatamente della paura e solo con amici fidati. Parlarne a tutti la ingigantisce. Tranquillo, siamo tutti in buona compagnia: non c’è anima viva che non si sia mai sentita inadeguata o poco adatta a fare una determinata cosa o a ricoprire un determinato ruolo.
Tutto chiaro? Riassumo, prima di salutarti, in poche parole e buone. Puoi superare la paura di non essere all’altezza con una decisione a portata delle tue forze: metterti in gioco anche se la situazione da affrontare o il contesto da esplorare ti incutono timore come non mai. L’uscita dalla zona di comfort è un atto di volontà. Vinci la paura quando ti esponi all’attività temuta. Più deciso sei, meglio riuscirai a scacciare via quella ingombrante sensazione di non essere all’altezza.
Buona settimana,
Lucian
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