Aggiornato il 2 aprile 2021.
Questo articolo è stato revisionato e aggiornato il 2 aprile 2021.
La migliore IDEA per creare un discorso efficace, qual è?
Ogni discorso oratorio (…) è costituito di idee e di parole: per quanto riguarda le idee si deve considerare l’invenzione, per le parole la forma espressiva, per le une e per le altre la disposizione; la memoria le deve abbracciare tutte, l’azione oratoria valorizzarle.
Quintiliano
Sul public speaking se ne fa un gran parlare. A buona ragione: non basta lavorare tanto e avere buone idee. Devi farle conoscere.
Su come farlo, il web ne parla a lungo. Ti dicono:
Create emozioni, (e come si fa a c r e a r e emozioni?)
Progettare la gestione del tempo (ehm … come si fa a progettare una gestione … del tempo, poi …?)
Partire dal pubblico (e da dove sennò?)
Prepararsi in modo adeguato (ma dai, non l’avrei mai detto …)
Consigli triti e ritriti: uno più sofisticamente ingenuo dell’altro, per parlare di un argomento che ha qualcosa come duemila e passa anni. E da allora niente è cambiato.
L’argomento in questione è IDEA: il sistema retorico alla base di qualsiasi discorso efficace.
Vediamo insieme in che cosa consiste.
Inventio: scegli un tema e prepara un piano di battaglia
Un buon discorso inizia con una misera scaletta. Metti giù tutti i punti salienti sul tema che hai scelto. Comincia a svilupparli. Scrivi. Cancella. Scrivi. Cancella.
Questa è una fase in cui puoi, anzi, devi scrivere e riscrivere più volte la tua prima bozza del discorso con una domandona in testa: “Chi se ne frega?”
Metti a fuoco le caratteristiche del tuo uditorio – bisogni, desideri, stile di vita – e rispondi alle sue aspettative. L’uditorio è lì, davanti a te, e vuole portarsi a casa qualcosa di utile: un’informazione, un’idea, un’ispirazione.
“Parla a una persona di sé stessa e ti ascolterà per ore”, si dice. Non ti lasceranno parlare per ore, ma ci siamo capiti. La tua presenza davanti all’uditorio, le tue parole devono risolvere un loro problema: far scoprire un’informazione sconosciuta, condividere un’idea wow, far emergere un bisogno inespresso.
Un esempio per tutti: lo trovi qui, guardalo.
Bene, il tuo discorso, iniziato con una misera scaletta, ora è pronto per ispirare il tuo uditorio.
In un certo ordine, il che ci permette di passare al punto due.
Dispositio: stabilisci l’ordine dei tuoi argomenti
Segui una sequenza cronologica o un ordine alfabetico dei punti salienti del tuo discorso.
Così fece, per esempio, Giulio Cesare che, dopo la battaglia di Ponto, disse: “Veni. Vidi. Vici”. E si conquistò un posto nella Storia.
Alcuni secoli dopo, anche Abraham Lincoln fu conciso ed entrò nella Storia. A Gettysburg parlò poco e disse tanto con un discorso che rimase nella storia come uno dei maggiori capolavori dell’oratoria. Il discorso di Lincoln fu breve, emozionante, solenne.
Less is more, that’s it!
Tutto chiaro? Solo parole semplici e via il superfluo. Conviene, però, ripetere i punti chiave del tuo discorso, dato che la mente umana ricorda di solito tre cose. Più o meno (altre) due.
Metti, dunque, insieme le idee in ordine cronologico o alfabetico e avanti tutta. Sai, ormai, che un discorso più è semplice, più è di effetto.
In questa fase può anche tornarti utile riposizionare l’uditorio. Con un piccolo sforzo di fantasia, riuscirai a trasformare la platea nel tuo amico con cui ti vedi spesso per prendervi un aperitivo.
Funziona. Riduci in questo modo la distanza mentale tra te e l’uditorio.
Con il tuo amico, durante l’aperitivo, non ti fai problemi a mostrarti agitato, fare una battuta, prenderlo bonariamente in giro.
Del resto, molti degli impacci da palcoscenico non accadono sempre per caso. Per esempio: per conquistare l’uditorio e portarlo dalla tua, lasci cadere gli appunti e, mentre li alzi e riordini, dici “Da ora in poi le idee saranno più confuse di prima”.
Dicevo: con l’amico usi parole semplici, linguaggio familiare. Parli a lui e solo a lui. Fai lo stesso durante il tuo discorso: immagina di parlare a un amico e solo a lui. L’uditorio svanisce e con lui l’ansia di parlare a una platea.
Una chiacchierata, tutto qui. Come fa Alvy nell’ Io e Annie.
Il che ci fa passare al punto tre.
Elocutio: seduci il tuo uditorio
Ti ricordi Pathos, giusto? È con pathos che farai sentire, letteralmente, all’uditorio, il tuo discorso.
Lo hai conquistato, l’uditorio, se lo rendi attivo, reattivo, interattivo. Una battuta, una domanda, una citazione sono modi per suscitare una reazione fisica che avrà in seguito più probabilità di essere ricordata rispetto alle parole pronunciate.
Le storie sono un eccellente modo per conquistare il pubblico. Riescono ad alternare efficacemente tensione e rilascio, conflitto e risoluzione. Giocarsi bene la carta del contrasto, è quello che suggerisce Nancy Duarte quando parla de La struttura segreta de grandi discorsi.
Spesso, decidiamo in base alle nostre emozioni e poi chiamiamo l’Ammiraglio del discorso per trovare dati e fatti e giustificare così la decisione presa.
Anche con il tuo uditorio funziona così. Ecco perché le tue parole devono toccare l’anima e suscitare emozioni: gioia, sorpresa, speranza, amore, empatia, entusiasmo.
Per coinvolgere il pubblico che hai davanti e rendere indimenticabile il tuo discorso, parla al cuore delle persone, per prima. Poi, alla testa.
E noi passiamo così al punto quattro.
Actio: infiamma il pubblico in grande stile
Se fossi un attore, la chiameresti recitazione, ma sei un oratore, o aspirante tale, dunque chiamala pure azione. Quando pronunci il tuo discorso deve emergere tutto il lavoro pre-IDEA che tu, naturalmente, hai a lungo fatto. Ti sei esercitato su tono, mimica e dizione, hai una buona padronanza del fiato e sai controllare la voce.
Come si fa e perché farlo? Ce lo dice Julian Treasure, nel suo Come parlare in modo che gli altri siano invogliati ad ascoltarvi. Dieci minuti di … pura goduria prosodica 😉
Come dici? Stai per laurearti e non sai come fare un figurone di fronte al tuo uditorio? Ascolta Donovan mentre pronuncia un discorso memorabile. Parla di educazione e invita tutti a prendere il volo.
Tutto qui?
Quasi. Manca l’ultimo gradino di una scalinata retorica che ti porta in cima all’arte oratoria: la M di memoria.
M di Memoria
Se l’uditorio è il tuo amico, non parlerai guardando slide, appunti, scalette o la punta delle scarpe, giusto? Guarderai il pubblico dritto negli occhi, come se fosse il tuo amico, appunto. E come fece Michelle Obama, in uno dei migliori discorsi che l’arte oratoria abbia mai visto in questo inizio di terzo millennio: 25 minuti senza abbassare lo sguardo.
Certo, lei è la moglie di Barack, affiancata come si fa oggi dai fidatissimi prompter, oltre che dalle guardie del corpo. Non come ai tempi di Cesare e Lincoln che ho nominato sopra. Insomma, tempi che vivi, prompter che trovi.
Ricapitolando
Per fare un discorso che ispiri, ci vuole un’idea. Anzi, l’IDEA, il sistema retorico che rende efficace qualsiasi discorso.
- Inventio: scegli l’argomento e prepara un piano di battaglia
- Dispositio: stabilisci l’ordine dei tuoi argomenti
- Elocutio: seduci il tuo uditorio usando la tecnica del contrasto
- Actio: infiamma il pubblico in grande stile
Questa è l’unica scaletta retorica che rende efficace qualsiasi discorso.
E tu che ne pensi di quest’IDEA? Dillo con un commento qui sotto.
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A presto,
Lucian
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