Il dubbio è l’inizio della conoscenza.
Cartesio
Sento persone che sostengono ad alta voce di conoscersi meglio di chiunque altro. Sarà. A loro, tuttavia, ricordo che l’unica certezza che abbiamo è proprio la mancanza di certezze. A loro ricordo che il primo gradino dell’(auto)conoscenza è il dubbio: il dubbio che le cose possano avere un significato diverso da quello inteso fino a ieri, il dubbio che le persone possano essere diverse da come le vediamo, il dubbio, infine, che noi stessi possiamo essere diversi da come cocciutamente vogliamo vederci. Diversi oggi da com’eravamo ieri, diversi domani da com’eravamo oggi.
Anche se non ce ne rendiamo conto, ognuno di noi porta con sé una sorta di fotografia o ritratto mentale di sé stesso, che può risultare vago e mal definito al nostro sguardo cosciente, e in effetti può non essere riconoscibile consciamente. Ma è lì, completo sin nei più minuti dettagli. Questa immagine dell’io è il concetto che noi stessi ce ne facciamo, è il «che genere di persona sono», è il risultato di ciò che crediamo di noi stessi. La maggior parte di queste immagini sorge inconsciamente dalle nostre passate esperienze, dai successi e dai fallimenti, dalle umiliazioni e dai trionfi, dal modo in cui gli altri hanno reagito nei nostri confronti, specialmente nella prima infanzia. Da tutto ciò noi costruiamo mentalmente un «io» (o l’immagine di un io), e una volta che un’idea o un concetto su noi stessi si inseriscono in questa immagine, essi diventano veri, per quel che ci riguarda personalmente. Non mettiamo in dubbio la loro validità, ma continuiamo ad agire basandoci su di essi come se fossero veri. (Maxwell Maltz in Psicocibernetica)
Il dubbio che ho in mente mentre scrivo questo articolo è quello che genera domande, affila lo spirito critico e alimenta la curiosità. Una sensazione profonda che possiamo essere diversi, quando mettiamo in dubbio la validità delle immagini sedimentate nella nostra mente. Una sensazione intima che persone e cose possono essere diverse quando mettiamo in dubbio “gli occhiali” attraverso cui le vediamo.
Il dubbio che ho in mente mentre scrivo questo articolo ci conduce a una maggiore conoscenza del sé. Ci libera. Ci stimola a conoscerci meglio. Ad essere più consapevoli. A diventare, ogni giorno che passa, migliori.
Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
Bertrand Russell
Attivare i filtri di un sano dubbio significa frantumare schemi culturali profondamente radicati dentro di noi. Mettere in discussione e in gioco sé stessi. Tutto ciò che facciamo, le azioni che compiamo, le parole che pronunciamo sono il risultato di quell’immagine che ci siamo costruiti, un passo alla volta, su di noi. Quell’immagine forgiata dalla cultura in cui siamo nati, cresciuti e educati.
Ecco, quell’immagine possiamo ignorarla o lasciarla così. Oppure possiamo metterla in discussione. Modificarla. Ricalibrarla. Adattarla. Migliorarla. Passo per passo, un passo alla volta. Attivando i filtri di un sano dubbio.
Buona settimana,
Lucian
Foto di Damian Gadal