Essere assertivi vuol dire, semplicemente ma a gran voce IO SONO.
Monica Morganti
L’obiettivo ultimo di qualsiasi messaggio trasmesso in forma scritta o in forma orale è ottenere il consenso del nostro interlocutore, farlo aderire alla nostra idea sull’argomento in questione. Farlo aderire alla nostra visione del mondo, in sostanza, che poi è anche – parola d’Aristotele – un esercizio di felicità:
È intorno alla felicità e alle azioni che a essa conducono e a quella a essa contrarie che ruotano tutti i tentativi di persuadere e dissuadere.
Aristotele
Di seguito troverai dieci regole che ti saranno di aiuto per elevare la tua comunicazione a un livello più vicino all’eccellenza. Le tue relazioni, vedrai, ne guadagneranno.
È il Decalogo dell’Assertività, tratto dal libro If I Say No, I Feel Guilty di Manuel J. Smith:
- Ho il diritto di essere trattato sempre con rispetto e dignità
- Ho il diritto di essere me stesso e di essere unico, diverso
- Solo io ho il diritto di giudicare i miei comportamenti, i pensieri e le emozioni assumendone la responsabilità e accettandone le conseguenze
- Ho il diritto di non giustificare il mio comportamento adducendo scuse, spiegazioni o ragioni
- Solo io ho il diritto di decidere se occuparmene o meno dei problemi degli altri, di prendermi responsabilità altrui al posto di chi rifiuta di prendersene
- Ho il diritto di cambiare opinione, parere e modo di pensare, così come di sbagliare assumendomi le responsabilità delle eventuali conseguenze
- Ho il diritto di avere o esprimere un’opinione personale non coincidente con quella altrui e ad essere ascoltato e preso sul serio
- Ho il diritto di rifiutare una richiesta che mi porta via troppo tempo o risorse dai miei impegni e non soddisfare sempre le aspettative altrui, dire di no senza sentirmi in colpa
- Ho il diritto di richiedere ciò che ritengo opportuno nel rispetto del reciproco diritto di rifiutare
- Ho il diritto di dire “Non capisco” a chi non mi dice chiaramente a che cosa si aspetta da me, di dire non mi interessa, quando non voglio essere coinvolto in iniziative di altri, di dire “No so” quando mi si richiede una competenza che non ho
Come puoi leggere da questo elenco di diritti, tra i tre modi di comunicare rappresentati nel Triangolo delle Comunicazioni, l’unico su cui vale davvero la pena di impegnarsi a casa, a scuola, in azienda e, più in generale, nella vita è indubbiamente la comunicazione assertiva.

Tra le definizioni che ho letto in giro dentro e fuori dal web, ho scelto la seguente che riprendo tale e quale da questo corto e bellissimo video realizzato da alcuni studenti delle scuole superiori di Bologna.
L’assertività è il coraggio di essere noi stessi e mostrare al mondo cosa ci piace e cosa no, le nostre opinioni, i nostri sentimenti e i nostri difetti.
Ricordiamoci che la comunicazione assertiva è altamente retorica e ha riflessi positivi in tutte le situazioni discorsive della nostra quotidianità. L’obiettivo dell’assertivo è far aderire l’interlocutore alla propria idea, ottenere il suo consenso, obiettivo assolutamente irraggiungibile quando hai
- un comportamento discorsivo passivo, francobollante sulle idee altrui e incapace di esprimere pensieri e desideri propri oppure
- un comportamento discorsivo aggressivo, irruente e prevaricante che impedisce all’interlocutore di esprimersi
Riassumendo, sei assertivo quando:
- esprimi con onestà apprezzamenti
- esprimi con spirito costruttivo critiche e disaccordi (attenzione a non scivolare nel territorio dell’insulto: puoi criticare il comportamento, ma non la persona)
- sai chiedere con gentilezza
- sai spiegare il perché di una richiesta, di una critica, di un disaccordo, di una proposta, di un’iniziativa, di un’emozione
Concludo con l’unica parola che si addice alla persona assertiva: EQUILIBRIO. Discorsivo, emotivo e comportamentale.
Foto di sketchbk