Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano.
Proverbio africano
Che parità di genere sarebbe senza un post sugli uomini della mia retorica?
Ecco, allora, presto fatto.
Come puoi intuire, anche il titolo di quest’articolo è provocatorio. Gli otto uomini presenti in questo post sono solo alcuni che da un punto di vista intellettuale mi hanno accompagnato in momenti diversi e su differenti sentieri della mia vita. A loro mi sono ispirato, da loro ho preso spunti e trovato stimoli anche per dare luce al progetto RhetoFan | Palestra delle Parole.
Iniziamo le presentazioni con il buon Jay Heinrichs, simpatico giornalista dimissionario nordamericano che nella retorica ha trovato tutto ciò che occorre non solo per avere ultima parola, ma anche per aumentare le vendite e salvare il mondo. Ne parla diffusamente nel suo Thank You for Arguing (introvabile, l’edizione italiano). Con questo titolo è entrato nella mia vita e fu amore a prima vista. Jay è uno che mi ha spinto a vedere la retorica in una nuova luce e stimolato a darle un nuovo senso.
Rimaniamo negli Stati Uniti per incontrare un … australiano. Credo che chiunque lavori o abbia lavorato in mass media lo conosce. Lo ammira o lo invidia. O tutti e due, insieme. Rupert Murdock è nato l’11 marzo del 1931 ed è mente e anima della News Corp nonché uno dei più potenti uomini sul pianeta. Di lui si dice che è un vero imperatore dell’informazione: ingegnoso, pragmatico, determinato. Ma anche cinico, despotico e… lontano dall’essere un santo. Tutti, però, concordano sul fatto che ha scritto e riscritto la storia del giornalismo a cavallo tra due millenni. Provate a fare un viaggio Nella mente di Rupert Murdoch e scoprirete molti dei segreti dell’uomo che semplicemente tutti amano …odiare.
Sempre negli States ho l’onore di presentarti colui che per otto anni fu inquilino della Casa Bianca: Barack Obama. Il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti è stato per me e per molti altri un illustre esempio di comunicazione di altissimo livello. Su di lui scrissi un articolo quando era ancora presidente, parafrasando il suo primo slogan elettorale: Yes, we could. Obama è stato per l’America e per il mondo intero un leader carismatico, passionale, visionario. Per la sua capacità di accattivare l’uditorio con i suoi discorsi è stato definito il più grande oratore della sua generazione. L’oratoria, del resto, è di casa nella famiglia Obama: anche sua moglie, Michelle, ha dimostrato di saperci fare con le parole. Questo applauditissimo discorso ne è la prova.
Attraversiamo l’Atlantico e andiamo in Inghilterra dove ha la sede The School of Life, tra cui ideatori c’è uno dei miei scrittori preferiti Alain de Botton. Il primo incontro con lui risale a più di dieci anni fa quando comprai in una libreria perché attratto dal titolo, il suo L’arte di viaggiare. Che all’epoca sentii come una lettura troppo lenta. Con la stessa lentezza mi guidò e mi fece conoscere qualche anno più tardi Le consolazioni della filosofia un libro con cui si è guadagnato la mia ammirazione per sempre. Questo raffinato voyeur dell’animo passò anche dai palchi TED per fare un Discorso sul successo. Molto applaudito.
Olivier Reboul è stato un dotto prof, cugino d’Oltralpe, che incontrai per caso nell’autunno del 2014, tra le mie ricerche sulla retorica. Era francese e parlava di retorica, e questo bastò per farmi andare in biblioteca e a prendere in prestito il suo libro Introduzione alla retorica. Lo lessi d’un fiato, ne presi un mucchio di appunti e fui folgorato da una frase diventata poi la colonna vertebrale del progetto RhetoFan | Palestra delle Parole:
Non si dà cultura senza una formazione retorica e imparare l’arte del DIRE significa già imparare a ESSERE.
Olivier Reboul
Le sue parole mi arrivarono dritto al cuore. E mi fece riflettere: sul Chilometro 0 della Comunicazione.
Ma il Chilometro 0 della Comunicazione, dov’è precisamente? Per trovare la risposta giusta bisogna andare indietro nel tempo fino a un imprecisato anno del IV secolo a.C. A quell’epoca, nella Grecia delle agore cittadine, viveva Aristotele colui che per primo sistemò la retorica e le diede poi il lustro di cui tuttora gode ma in ambienti decisamente più ristretti. Sul perché di questo, guarda uno strepitoso TED dal titolo Speak like a leader tenuto a Verona nel 2016 da uno dei maggiori speechwriter a livello mondiale: Simon Lancaster. Simon è, peraltro, anche l’autore di uno dei migliori libri sulla regina delle figure retoriche: la metafora. È uscito nel 2018 con il titolo You Are Not Human. How Words Kill. Insomma, ti è chiaro oramai che ritengo la retorica il vero Chilometro 0 della Comunicazione, indiscusso punto di partenza per scalare le vette della tua Crescita Personale.
Arriviamo a casa nostra, dove ho il piacere di presentarti Antonio Caprarica, invidiato per le sue cravatte e apprezzato per i suoi libri, quest’ultimi una dura prova per la mia pazienza. La loro lettura è impegnativa e stimolante allo stesso tempo. Il registro aulico che impiega con ammirevole disinvoltura mi spinse a leggere i suoi libri con il dizionario italiano tra le mani. Lessi il suo primo libro nel lontano 2006, a quattro anni dal mio arrivo in Italia: Dio ci salvi dagli inglesi … o no!? Una bella… fatica. A soccorrermi ci fu Lo Zingarelli regalatomi da mia sorella nell’inverno del 2001, da poco arrivato in Italia e incapace di spiccicare una parola in italiano. Nonostante io avessi già conseguito la laurea triennale in Mediazione Linguistica per le Imprese e il Turismo all’Università di Trento. E nonostante avessi iniziato la laurea magistrale in Scienze Linguistiche per le Imprese, la Comunicazione Internazionale e il Turismo allo stesso ateneo. La mia nuova lingua, quindi, la masticavo con una certa disinvoltura, anche se né allora, né ora possiedo una certificazione linguistica in lingua italiana e non feci mai un vero corso di lingua per stranieri.
Comunque. Caprarica si conquistò un posto nel mio cuore di nuovo lettore italiano per la sua scrittura garbata e (auto)ironica. Lo stile conciso, palesemente giornalistico e colmo di informazioni, storie, aneddoti e curiosità fanno dei suoi libri inconfondibili reportage culturali. Il suo lessico sprona chiunque sia amante delle parole a dilettarsi con deliziose raffinatezze linguistiche. Già, perché, come ci insegna in un altro suo libro: La classe non è acqua. La scoperta di questo saggista di casa nostra è stata per me un grande stimolo per apprendere a passo ancora più spedito la lingua italiana ed esplorare così ignoti significati lessicali, storici e culturali della mia nuova patria.
Infine, torniamo alle origini. Non è per l’omonimia dei nostri nomi che ti presento Lucian Boia, ma per il forte impatto che ha avuto sul mio pensiero. Boia vive e lavora a Bucarest, è uno storico e rispettato prof universitario e un prolifico e controverso scrittore. Il nostro “incontro” risale al 2009, quando per preparare la tesi di laurea magistrale scelsi di leggere in lingua francese La Roumanie: un pays à la frontière de l’Europe. Lui mi ha fatto rivedere in una nuova luce gran parte della storia del mio paese che avevo appreso prima del 1989. In Italia è ancora poco conosciuto. Qualche anno fa apparve questo articolo in occasione della pubblicazione di La fine dell’Occidente, il suo primo libro tradotto in italiano.
Ecco, messi in pari: per le otto stimate donne a cui avevo reso omaggio in occasione della Festa della Donna, ora ci sono otto illustri uomini a cui porgo un sincero ringraziamento. In parte casuali e in parte frutto di un esercizio di volontà, gli incontri con loro, donne e uomini della mia retorica, sono stati episodi felici della mia storia personale in diversi momenti e su differenti sentieri della mia vita. Nelle loro opere e nelle loro vite ho trovato stimoli, ispirazione e motivazione per dare luce al progetto RhetoFan | Palestra delle Parole: il mio salotto virtuale in cui la retorica incontra la comunicazione e il miglioramento personale e tutte e tre si intrecciano alla mia esperienza di immigrazione, di uomo e genitore single. Per dar vita a quel meraviglioso viaggio che dal Chilometro 0 della Comunicazione ti porta alle vette della Crescita Personale. Con accresciuta consapevolezza, maggiore saggezza pratica, cura delle parole e costante allenamento discorsivo nella Palestra.
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Ti auguro una splentastica settimana! 😉
Lucian
Foto dall’archivio personale