Figli e genitori: come dirsele di santa ragione. Senza mettersi i piedi in testa, se possibile.
La libertà viene scolpita a colpi di martello sull’incudine della discussione, del dissenso e del dibattito.
Hubert Horatio Humphrey
Per scoprire come fare, occorre porsi alcune domande.
Che cosa possiamo fare come genitori per consegnare ai nostri figli e alle nostre figlie strumenti di vita, di scoperta e di miglioramento che né la scuola, né gli amici, né l’Internet, né l’intero mondo dei social e dei media saprebbero mettere tra le loro mani?
Come accrescere la qualità del tempo trascorso insieme ai nostri figli e alle nostre figlie per evitare il logorante conflitto generazionale e l’estraniamento che ne deriva?
Come elevare l’autorevolezza genitoriale, mettersi in gioco, imparare qualcosa di nuovo e soprattutto divertirsi un mondo insieme ai nostri juniors?
Come possiamo stimolare la loro curiosità e farli mettere da parte quella mattoncina sgargiante che tengono (troppo) spesso davanti agli occhi? Magari lasciando da parte per un po’ le inevitabili (e, spesso, noiose) incombenze domestiche e professionali e lanciarsi con entusiasmo insieme ai propri figli in un’attività che può insegnare molto a noi, illustri rappresentanti di un mondo adulto sempre più complesso, ma anche a loro, gli architetti del Futuro, tutto da scoprire, tutto da costruire.
Come si potrebbero conciliare lo storico e inevitabile conflitto generazionale in modo che sia i juniors, sia i loro genitori possano trarne massimo beneficio?
Che razza di domande sono, mi chiedi? Come dici, sembra stra fantascienza? Troppo splentastico per essere vero?
Invece non lo è.
Stammi a sentire, un metodo c’è e te ne parlerò di seguito.
Prima però andiamo insieme ad esplorare più da vicino un periodo particolarmente tormentato della vita: la preadolescenza.
Poi vedremo insieme una certa idea di tempo di qualità tra figli e genitori.
E, infine, un metodo per rafforzare il rapporto genitori-figli con straordinari benefici per entrambe le parti.
A piccoli passi, un passo alla volta 😉
La preadolescenza: un fiume in piena
Visto che domandare è lecito e rispondere una cortesia, lasciami farti ancora un paio di domande.
Dì un po’, da quando è che non trascorri un po’ di tempo con i tuoi juniors? Quanto desidereresti di passare del tempo insieme a loro, ma le incombenze lavorative o domestiche non sempre te lo permettono?
Quanto la tua o il tuo junior vorrebbe fare delle cose insieme a te, ma tra amici, impegni scolastici e varie attività extra scolastiche finisce che … lo faremo domani… ?
Magari non si lamentano, ma nel cuor loro sapresti dire quanto vorrebbero stare con te e fare delle cose insieme, fosse anche guardarsi un film da spudorati binge-watcher?
Anche se sui suoi confini non c’è pieno accordo, la preadolescenza viene in genere indicata come un periodo dell’età evolutiva compreso tra i 10 e i 14 anni.
Si tratta di un vero terremoto in cui le due placche tettoniche, infanzia da una parte e adolescenza dall’altra collidono, dando vita a notevoli sconvolgimenti nell’universo dei nostri juniors.
Ci sono due forze opposte con cui dobbiamo fare i conti. Da un lato, i nostri juniors devono conciliare desiderio di autonomia ed espressività con voler ancora sentire l’abbraccio protettivo dei propri genitori e la spensieratezza dell’infanzia. Dall’altro lato, noi, genitori: il desiderio di riprenderci un po’ di meritati spazi personali deve convivere con la spinta interiore di voler coccolare coloro che sentiamo ancora come la nostra bambina e il nostro bambino.
Così descrive, in poche parole e buone, il periodo preadolescenziale, il professor John Gottman, uno dei massimi studiosi di psicologia dello sviluppo nel suo Intelligenza emotiva per un figlio:
… i ragazzi cominciano a entrare in rapporto con gruppi sociali più vasti e a capire l’influenza dell’ambiente sociale. Possono iniziare ad accorgersi di chi è integrato e di chi è emarginato dai compagni. Nello stesso tempo, sviluppano le capacità cognitive e apprendono il potere dell’intelletto sopra le emozioni.
Nell’età preadolescenziale i nostri juniors iniziano a dubitare e a contestare, a pensare e a fare di testa propria. Scoprono ed esplorano norme e valori del gruppo dei coetanei e mettono in discussione quelli del mondo adulto.
Tutte queste trasformazioni e contraddizioni avvengono sulla soglia dell’adolescenza, un ulteriore passaggio di intensa crescita e scoperta della propria autonomia. Se nella preadolescenza ci si concentra sul come staccarsi dalle figure di riferimento, in particolare quelle genitoriali, nel periodo adolescenziale ci si concentra soprattutto su come costruirsi la propria identità.
Il filo conduttore di questi due periodi di intense trasformazioni sono l’indebolimento dell’interesse per la famiglia e il posizionamento dei rapporti con gli amici al centro della propria vita.
Come ho potuto accorgermene in prima persona il tempo condiviso genitori-figli sta diminuendo a vista d’occhio nell’età preadolescenziale. Non che sia un male, anzi: è ragionevole lasciare i propri juniors esplorare e conquistare nuovi spazi fisici e simbolici (introspettivi). Così com’è ragionevole riprendersi meritatamente un po’ dei propri spazi del mondo adulto.
Inoltre. Nel periodo preadolescenziale si delineano con sempre più chiarezza i territori generazionali. Lo vediamo nella musica che ascoltiamo, nei film che guardiamo, nei libri che leggiamo, nella lingua che utilizziamo. Se fino a ieri eravamo noi, i genitori, a tenere i timoni, ora lo spazio di manovra si è rimpicciolito e da maestri cominciamo a tornare discepoli.
Papà ti devo far sentire una canzone fighissima.
Papà, questo film ce lo dobbiamo assolutamente guardare.
Papà voglio leggere questo libro.
Papà è stra bello questo anello (… gonna, vestito, ecc.)
Ti suona familiare?
Se vuoi restare al passo coi tempi, hai una sola risposta a disposizione, monosillabica: Sì! 😉
Varcata la soglia delle medie, i nostri e le nostre juniors iniziano a salutarci alla ricerca, inizialmente più timida e poi sempre più intensa, di un proprio sentiero nella vita, di un proprio luogo nella comunità, di una propria identità nella società.
Nel periodo preadolescenziale diventa sempre più evidente la distanza che si instaura tra due generazioni: i genitori di oggi (noi) e quelli di domani, i nostri figli e le nostre figlie.

Il dibattito, uno straordinario strumento di educazione alla crescita personale e genitoriale
Le risposte alle domande che ti ho posto sopra si possono racchiudere in un’unica parola: dibattito.
Discutendo, non è detto che si riesca a cambiare le opinioni altrui. Però qualche volta può succedere che cambiamo le nostre.
Alfred Capus
Lo scenario è questo: adulti oberati da svariate incombenze quotidiane, domestiche e professionali; juniors sommersi da un oceano di compiti, con una tabella di marcia serratissima, imposta da insegnanti sempre più esigenti. Aggiungi tutti gli aggeggi multimediali sparsi per la casa. I social e lo streaming, le chat e i messaggi rigorosamente vocali.
Trovare del tempo per stare insieme è una vera sfida. Renderlo di qualità ancora di più.
Eppure una soluzione esiste. Si tratta di un metodo in cui entrambi, genitori e juniors, possono trascorrere del tempo di qualità: partecipare insieme a un’attività originale, stimolante e divertente.
Un torneo di dibattito dedicato ai soli genitori insieme ai loro juniors.
Si tratta di una proposta unica per dirsele di santa ragione, a ragion veduta 😉
Un modo in cui tanto i genitori quanto i loro juniors potranno esplorare insieme alcune delle più importanti abilità di vita di oggi e di domani. Un’avventura divertente in cui potranno vedersi con occhi diversi e conoscere aspetti di loro stessi che in altri contesti non emergerebbero.
Una competizione che salderebbe ancora di più il legame affettivo tra due generazioni e che allenterebbe in maniera significativa la “pressione” del conflitto generazionale.
Un torneo di dibattito vero e proprio, o debate come lo chiamano con fierezza nel mondo anglosassone, con benefici tangibili tanto per juniors quanto per il loro genitori.

ORA – il torneo di debate dedicato a figli e genitori
ORA è il titolo del prossimo torneo di dibattito dedicato esclusivamente a squadre composte da un junior e un loro genitore.
Una gara, sì: originale, stimolante e divertente.
Una vera competizione sotto forma di dibattito regolamentato che consiste in una serie di incontri live tra due team composti da un junior e il proprio genitore (madre o padre).
Lo scopo di una discussione o di un dibattito non deve essere la vittoria, ma il miglioramento.
Joseph Joubert
È la prima edizione e il numero di team junior-genitore che potranno partecipare è limitato. Le squadre dovranno prepararsi per esporre un proprio discorso su un argomento assegnato che verrà comunicato in anticipo.
Le squadre dichiarate vincitrici nella fase preliminare della gara si affronteranno in due semifinali che stabiliranno le squadre finaliste.
Al torneo, i partecipanti potranno iscriversi a due categorie:
- Junior I: dai 10 anni (compiuti alla data dell’inizio torneo) ai 12 anni (non compiuti) insieme a un genitore
- Junior II: dai 12 anni compiuti (all’avvio della gara) ai 14 anni (non compiuti alla data del torneo) insieme a un genitore
I dibattiti si svolgeranno online, in presenza di due giudici che vigileranno al corretto alternarsi dei turni oratorici e al rispetto dei tempi assegnati.
Essendo il dibattito un’attività così significativa per lo sviluppo personale, chi più di Adelino Cattani, mio maestro di vita e di parole, poteva collaudare l’idea originale di un debate a squadre formate da figli e genitori?
Se sei un lettore di lunga data, hai già avuto modo di “incontrare” il professor Cattani per esempio qui. È un’istituzione di indiscussa autorevolezza nell’ambito del dibattito regolamento, ideatore di una splendida Palestra di Botta e Risposta con sede a Padova, del primo corso in Italia di Teoria dell’argomentazione (all’Università di Padova, dal 2001) nonché mente e anima di due tornei annuali di dibattito regolamentato Palestra di Botta e Risposta: uno regionale (in Veneto, dal 2006) e uno nazionale, giunto nel 2021 alla sua ottava edizione.
La sua ricca esperienza e il sapere che custodisce insieme ai collaboratori della sua Palestra (di cui faccio parte anche io) aggiungeranno un inestimabile valore a questa proposta RhetoFan.
Per oggi è tutto, nella prossima newsletter ti presenterò ulteriori dettagli (come preparasi, le date, il protocollo ecc.) e i benefici concreti che ne possono derivare dalla partecipazione a ORA, il primo torneo di debate a squadre composte da un figlio o una figlia junior (10 – 14 anni) e un suo genitore (mamma o papà).
Indi ragion per cui … non perderti la prossima newsletter RhetoFan 😉
A presto,
Lucian Berescu