La maggior parte di noi è cresciuta parlando una lingua che ci spinge ad etichettare, a fare paragoni, a pretendere e ad emettere giudizi, anziché a diventare consapevoli di quello che sentiamo e di che cosa abbiamo bisogno.

Marshall B. Rosenberg

Ti è mai capitato di ritrovarti impigliato in un virulento scambio discorsivo? Certo, sarebbe meglio di no, ma l’esperienza di tutti i giorni ci insegna che ci vuole un attimo – un gesto, uno sguardo, una parola fra o malintesa e tac! ci si sente improvvisamente sotto attacco. Quello che segue è un copione diffuso: preparazione della difesa e avanti tutta!, al (furibondo) contrattacco.

 

È l’inizio. L’inizio di una escalation discorsiva che porta dritto nel buco nero del tu hai torto, io ho ragione. Passando per quel bivio in cui ciascuno imbocca la propria strada: una rigida posizione discorsiva, più delle volte, purtroppo, inconciliabile.

 

Questo è lo scenario di un botta e risposta in cui le emozioni negative prendono sopravvento, le menti si surriscaldano e la tensione monta ad altissima velocità.

 

Uno scambio discorsivo, anche se in contraddittorio, si caratterizza per rispetto, ascolto attivo condiviso ed empatia. Più un certo distacco rispetto all’argomento in questione.

 

Più facile a dirsi che a farsi.

 

Tenere la testa fredda in situazioni discorsive incendiarie è appannaggio di pochi. Se sei tra questi, puoi fermarti qui con la lettura.

 

In caso contrario, procedi, troverai di seguito un galateo della buona conversazione. Per evitare attacchi discorsivi frontali e sbottate inopportune.

 

Lo so che lo sai, dissentire con grazia non è una sfida di poco conto. IO, l’ultima volta che provai a farlo, con chiarezza e pacatezza – a mio parere – vidi penne volanti, sguardi incandescenti e interlocutori saltare dalle sedie come molle sotto altissima pressione. Su dissenso, chiarezza e pacatezza avevamo idee precise. E diverse.

 

La vita di tutti i giorni è anche questa: ci vuole molto meno di quanto pensi perché una discussione diventi una battaglia tra ego contrapposti. In cui il focus principale diventa il problema e non più il risultato. E i pronomi più utilizzato diventano tu e voi invece di io o noi.

 

Il galateo RhetoFan della buona conversazione

Ecco, allora, ho pensato che questa sia una buona occasione per stilare un galateo della buona conversazione per tutti i lettori RhetoFan. Dieci regole da aggiungere nella cassetta degli attrezzi della tua comunicazione efficace. Dieci regole da rispettare per evitare di ritrovarsi su un campo di battaglia. Discorsivamente parlando.

  1. Concentrati su ciò che l’interlocutore dice anziché giudicare come egli è; appiccicare etichette senza conoscere la storia del parlante è deleterio
  2. Usa lo sguardo come uno strumento di indagine, non accusatorio: lo sguardo dovrebbe esprimere curiosità, interesse, ascolto attivo, non arroganza e senso di sfida
  3. Evita di mostrare il tuo interlocutore con l’indice, è un gesto offensivo che ostruisce lo scambio verbale, invece di farlo scorrere con empatia e spirito costruttivo
  4. Nascondersi dietro a una delle più inquinanti frasi che una persona possa pronunciare Io sono fatto così equivale a serrare violentemente qualsiasi ponte di collegamento con l’interlocutore
  5. Definisci bene i termini, un’abitudine discorsiva frequente nell’ambito del dibattito ma sottovalutata nella vita di tutti i giorni; la definizione dei termini della questione rappresenta le fondamenta di un sano e rispettoso, anche se in contradittorio botta e risposta
  6. Non dare di te l’idea di bullo discorsivo, chi prima subisce, poi si allontana
  7. Accetta serenamente la polemica, essere efficace nella comunicazione non significa aggredire, ma asserire
  8. Ricorda l’ascolto attivo: quando l’interlocutore parla, ascolta invece che preparare mentalmente la risposta alla domanda che l’interlocutore deve ancora porre. A S C O L T A. Punto
  9. Fai pulizia lessicale, non inquinare lo spazio discorsivo con battute del tipo è un tuo problema (se sei lì a discutere, è anche tuo, perciò meglio usare, sdrammatizzando “ok, abbiamo un problema, concentriamoci sulla soluzione”), ma anche tu (prima o poi la pattata bollente ritorna tra le tue mani), mi girano le balle (all’interlocutore di certo non interessa che cosa fanno le tue palle in quel momento)
  10. Apriti ai propri sentimenti e alle esperienze del tuo interlocutore, è fondamentale per poter gestire la comunicazione in maniera equilibrata e costruttiva; l’ascolto attivo è anche un efficace strumento per riconsiderare i propri confini di giudizio e soprattutto di pregiudizio

Le relazioni fra persone sono essenzialmente degli scambi: di idee, di informazioni, di sguardi, di affetti. Una comunicazione efficace ci aiuta a coltivare amicizie e affetti, di avanzare in carriera, di sentirci al proprio agio in contesti sociali diversi. A pochi viene naturale. La maggioranza, però, si deve impegnare a raggiungerla. La comunicazione efficace.

 

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Tu come rispondi alle discussioni contraddittori? Dillo nello spazio dedicato ai commenti.

 

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Grazie e buona settimana,

 

Lucian