Aggiornato il 18 luglio 2020
Questo articolo è stato revisionato ed aggiornato il 18 luglio 2020.
Una buona conversazione è come una minigonna: abbastanza corta da destare interesse, ma abbastanza lunga per coprirne il soggetto.
Anonimo
Estate, tempo di vacanze, tempo di sano e meritato ozio. In terra nostrana o in giro per il mondo. Io stesso ho recentemente lasciato da parte la mia routine quotidiana per immergermi nella stra-ordinaria atmosfera delle vacanze. Per esplorare nuovi spazi, sperimentare nuove sensazioni e conoscere nuove persone.
Il sano ozio vacanziero non è solo rigenerazione cognitiva ed emotiva, ma anche un’irripetibile occasione per iniziare una conversazione con persone incontrate per la prima volta. Fare un giro al di fuori della propria comfort zone per attaccare il bottone con persone che non si conoscono può farci sentire goffi e inopportuni. Tuttavia, rompere il ghiaccio è un modo per mostrare un genuino interesse umano verso chi non conosciamo. È anche un modo per aprirci opportunità inaspettate. Superare silenzi imbarazzanti e infrangere i pregiudizi che abbiamo sugli altri.
Il primo passo per rompere il ghiaccio è un “Ciao!” sorridente, genuino e carico di entusiasmo. Ti rivolgi a una persona che non conosci, perciò sei pronto a superare il timore di non piacere e a dominare la paura di sembrare noiosi o poco interessanti. Certo, è faticoso superare l’imbarazzo iniziale ma teniamo a mente che ogni persona desidera entrare in sintonia con gli altri esattamente quanto noi.
E dopo? Come procedere?
Ecco sette suggerimenti pratici per oltrepassare con eleganza il “Ciao!” iniziale. Sono suggerimenti che possono tornarti utili anche al rientro dalle tue vacanze, in azienda, quando incontri un nuovo collega, alla scuola dove ti sei trasferito di recente o a casa tua quando incontri per la prima volta il fidanzato di tua figlia 😉
Sei pronto ad apprendere l’arte di rompere il ghiaccio?
Seguimi.
Sette suggerimenti pratici per oltrepassare con eleganza il “Ciao!” iniziale
Sii generoso. Pronuncia un complimento genuino, le persone non ricordano tanto quello che dici o fai, ma ricorderanno come le fai sentire. Dì qualcosa di più di un inflazionato carino (qui qualche alternativa)
Costruisci ponti verso il tuo interlocutore: non è il momento di sbandierare i “Non”, piuttosto crea valore con i “Sì” della tua vita. Alle persone interessa di più ciò che hai fatto, non ciò che non hai fatto o hai voluto fare (ma non hai fatto), o pensavi di fare (e non hai mai fatto)
Mostra interesse verso il tuo interlocutore: fai domande schiette su qualcosa di semplice, non perderti tra finte domande che richiedono finte risposte del tipo “Come va? / Bene.”, “Come stai? / Abbastanza.” Chiedi invece un particolare sul nome, sul paese o città di provenienza, sui figli, su come ama trascorrere il tempo libero. Non perdere il tuo tempo per parlare di tempo
Fai domande a risposta aperta. Negli anni trascorsi nella redazione del più importante quotidiano della mia città di nascita, Bacău, in Romania, ho imparato che per essere un buon giornalista devi avere un’agenda, una penna e un buon paio di scarpe. Oltre a conoscere le “5-Wh” ugualmente utili nel giornalismo e nella vita di tutti i giorni: Chi?, Che cosa?, Quando?, Dove?, Perché? Evita perciò le domande pilota del tipo “Sei … (aggiungi aggettivo a tuo piacimento: felice, emozionata, arrabbiato, stanca, triste ecc.)?” perché la risposta che otterrai ruoterà attorno alla parola più potente della domanda: “Sì, sono felice, emozionata, arrabbiato, stanca, triste…” insomma, invece che indurre le risposte, lascia che sia il tuo interlocutore a descrivere come si sente e che cosa prova senza la “guida” di una domande pilota
Ascolta. Una tra le migliori competenze che un essere umano possa sviluppare è spesso mandata nella soffitta della propria quotidianità dall’infondata presunzione di saper tutto di tutti. Preferiamo parlare lusingando il proprio ego con l’idea che così siamo al centro dell’attenzione e manteniamo il controllo. Serve energia per ascoltare veramente l’interlocutore, ma se non ascolti non hai una conversazione. Uno dei miei autori preferiti, Stephen Covey disse brillantemente:
La maggior parte di noi non ascolta con l’intento di capire. Ascolta con l’intento di rispondere.
Segui il flusso della conversazione non dei tuoi pensieri, cosa parecchio difficile soprattutto se la conversazione languisce; in questo caso meglio uscirne con dignità anche con una piccola e innocente bugia: “Scusa, devo scappare”
Sii presente. Scontato, ma trascurato. Una cattiva abitudine che si sta diffondendo a macchia d’olio e non solo tra i giovani è chattare con una persona online e parlare con un’altra offline. L’ho visto fare al lavoro, tra amici e a casa, tra parenti. Il risultato? “Scusa, dicevi …” Che la nostra mente non sia stata programmata a fare bene più di un compito alla volta lo rivela anche questo spot choc della Polizia di Lossana.
Ciò che rende memorabile un incontro è fare sentire l’altro importante. Con un sorriso aperto, uno sguardo diretto e un sincero desiderio di contatto riuscirai a rompere il ghiaccio e a trasmettere calore ed energia positiva. Così facendo, sarai pronto per portare il rapporto appena instaurato a un nuovo livello di confidenza.
Provaci e fammi sapere com’è andata.
Lucian
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Foto dall’archivio personale