Un modo per indurre le persone ad essere d’accordo con voi è mostrarvi d’accordo con loro.
Jay Heinrichs
Come persuadere i tuoi figli con un dentifricio è proprio un bel rompicapo. Ma se funziona con loro, funziona con chiunque.
Considera questo scenario.
Abiti in una delle poche ridenti colline trentine. Tutto il resto è montagna.
Sei in bagno. Dopo averti fatto la doccia, vuoi lavarti i denti. Afferri lo spazzolino. Sorpresa: trovi il tubo del dentifricio vuoto. Per sostituirlo devi andare in cantina. Naturalmente, non ne hai voglia: là fa troppo freddo e tu sei praticamente nudo.
Dietro la porta si trovano i tuoi juniors: Marco di 16 anni e Chiara di 12.
Chiedi: Chi ha finito il dentifricio?
Marco risponde: Non è questo il punto papà.
Chiara aggiunge: Il punto è come fare perché questo non accada più.
Certo che ti rispondono così: sono stati allevati a pane, pasta e … retorica. Ti hanno sentito più o meno 897 352 volte ripetere: le discussioni efficaci usano il futuro, il tempo delle scelte, delle decisioni, degli obiettivi.
Una regola appena infranta con l’uso del passato nella domanda: Chi ha finito il dentifricio?
Rispondi: Avete ragione. Avete vinto voi. Ora, mi fate una gentilezza: uno di voi mi prende il nuovo tubetto?
Replicano, insieme: Certo, papà! felici entrambi di averti sconfitto in una discussione.
Marco garbatamente lascia Chiara continuare la colazione e scende in cantina a prendere il nuovo tubetto di dentifricio. Te lo consegna da dietro la porta.
Ma è davvero una sconfitta, la tua?
Chi ha ottenuto quello che voleva?
Dando ragione ai tuoi figli, sono davvero loro ad aver vinto?
Non proprio. Ad aver vinto sei stato tu perché hai ottenuto quello che volevi: il nuovo tubo di dentifricio. Senza scomodarti.
Non ti sei messo a discutere, tipo Ragazzi, non fate i cretini oppure Ragazzi, non fate gli idioti oppure ancora, più dolcemente Non fate i rimbampirliti.
Invece, con la tua risposta-concessione:
- Li hai fatti sentire discorsivamente vincenti
- Il trionfo li ha ben disposti e predisposti a tuo favore
Questo ti ha fatto ottenere ciò che volevi. Bada bene: non un semplice accordo, ma uno di quelli che spinge l’uditorio a fare ciò che volevi. A eseguire i tuoi ordini. Per di più, da un adolescente e da un preadolescente, età notoriamente turbolenti.
Bene. Sei sulle vette della persuasione. Sei partito dal Chilometro 0 della Comunicazione e hai scalato le vette della Crescita Personale.
Non c’è dubbio: sei stato tu ad aver vinto.
E non provare a chiamarla manipolazione. Un genitore premuroso non si mette mica a manipolare i propri figli.
In aiuto, ti arriva lei, la splendida Signora della Parola, la retorica. È lei a metterti a disposizione una figura retorica – la sincresi (parallelismo per antitesi) – per sfoggiare come si deve il tuo saper fare retorico.
In tre parole: Non manipolazione, istruzione.
Un genitore amorevole non manipola i propri figli. Li istruisce. Li educa.
La retorica è uno dei fondamenti dell’istruzione. Proprio come leggere, scrivere e far di conto. La retorica stimola la più potente delle forze sociali: l’argomentazione. Vitale, anzi vitalissima nella nostra Società della Conoscenza.
La retorica è a casa, a scuola, in azienda. La vita stessa è pervasa dalla retorica. Gioca con le tue emozioni, modifica il tuo modo di essere, ti spinge a prendere decisioni e ti pungola a fare acquisti. No, non serve solo per argomentare, ma anche come decodificatore dell’argomentazione.
Fin dall’antichità, la retorica è considerata un’abilità essenziale per il commando: mette insieme I Magnifici TRE strumenti retorici per aiutarti a guidare le anime. E ti offre una magnifica ricompensa: ti spinge a guardare alla condizione umana da una prospettiva tutta nuova. Più pragmatica. Più efficace. Più efficiente.
Foto: di Scott Perry