Il linguaggio è un labirinto di strade, vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un’altra parte e non ti raccapezzi più.
Ludwig Wittgenstein
Nell’articolo della scorsa settimana Come diciamo ciò che diciamo, abbiamo visto la punteggiatura dell’interazione comunicativa. Questo post, invece, è dedicato al linguaggio del corpo.
Il linguaggio del corpo o il linguaggio non verbale è il terzo livello dell’espressione umana, oggetto di studio della cinesica. Corrisponde all’Ethos dell’antica tripartizione retorica. Riguarda, nello specifico:
- la gestione del corpo nello spazio fisico e simbolico (mimica, gestualità e postura)
- l’estetica del corpo e dell’abbigliamento (come ci vestiamo e come ci prendiamo cura del nostro corpo)
Oggi voglio parlarti della gestione del corpo nello spazio fisico e simbolico. All’estetica del corpo e dell’abbigliamento dedicherò un articolo separato.
Diversi studi e numerosi studiosi hanno dimostrato che il corpo ha una lingua a sé, che accompagna la parola. A determinati stimoli, il corpo reagisce spontaneamente diventando lo specchio delle nostre emozioni. Il linguaggio del corpo è una fonte importante di informazioni di cui far tesoro attraverso un attento lavoro di intelligence discorsivo.
Il corpo, nello spazio fisico e simbolico, si definisce attraverso la mimica, la gestualità e la postura. Tua e del tuo interlocutore.
Vediamole, in ordine:
Mimica
Riguarda l’espressione del volto: i movimenti della bocca, degli occhi e la direzione dello sguardo. Un’espressione del volto in sintonia con le parole pronunciate rispecchia un atteggiamento aperto, creativo e ottimista. Al contrario, la faccia impassibile è del parlante critico, serio e un po’ troppo pensieroso.
Le parole sono strettamente legate alle emozioni: quando il locutore apre la bocca per dire qualche cosa e, spesso, anche prima e dopo averlo detto, suscita un’emozione di una certa intensità nel suo interlocutore. Per esempio, un’osservazione fatta con un’espressione del volto amichevole, aperta e sorridente sarà considerata costruttiva, mentre un’osservazione critica accompagnata da un’espressione del volto dura e tesa avrà l’effetto opposto, di chiusura e rifiuto.
Tra le reazioni più facilmente riconoscibili ci sono:
- il corrugare della fronte, in segno di scetticismo
- il serrare le labbra in segno di rifiuto
- il sollevare le sopracciglia in segno di stupore
- le alterazioni del colore della pelle
Gli occhi, vox populi dixit, e non c’è di che dargli torto, sono lo specchio dell’anima. Le sensazioni piacevoli ingrandiscono le pupille, quelle spiacevoli le restringono. Attenzione, pertanto ai segnali extra discorsivi e alla corretta lettura dello sguardo. Spesso, sono carichi di informazioni, più delle parole stesse.
Gestualità
I movimenti espressivi del corpo rappresentano un’altra importante fonte di informazioni tanto sul locutore, quanto sull’interlocutore. In genere, la gestualità cambia e si adegua al contenuto di quanto viene detto e al contesto in cui viene detto (si è seduti o in piedi, dietro a un tavolo o a un leggio, con in mano documenti o con le mani libere). La gestualità varia a seconda non solo della personalità ma anche dell’età, del temperamento e della statura.
I gesti rafforzano le parole. L’area del mediterraneo, ad esempio, è decisamente più pittoresca nel comunicare attraverso i gesti rispetto all’area dell’Europa settentrionale. In quest’ultima si tende ad essere più sobri, più composti, più disciplinati. È sempre un piacere andare, per dire, a Roma o in Sicilia, e lasciarsi letteralmente avvolgere dall’incantevole gestualità dei locali. Se non sei in giro per il Bel Paese, basta un qualsiasi dibattito televisivo per farti un’idea delle differenze culturali della gestualità.
Il cinema ha dato ampio spazio all’argomento, di notevole interesse a giudicare dal successo di Benvenuti al sud. Che, peraltro, riprende in chiave italica, le galliche differenze culturali tra nord e sud magistralmente rappresentate ne Giù al nord.
Insomma: Paese che vai, gestualità che trovi 😉
Postura
Nella postura rientrano l’andatura e i movimenti muscolari che spesso lasciano trapelare lo stato d’animo di una persona. Alcuni esempi: l’attenzione verso l’interlocutore si esprime attraverso una posizione del corpo rivolta verso di lui; essere seduti bene, al centro della sedia e non ai bordi è indice di un buon controllo della situazione, di un’adeguata capacità di gestione dello spazio e di una sana autostima; camminare ben eretti dimostra di saper accettare e di voler valorizzare la propria personalità; frequenti movimenti muscolari tradiscono più delle volte scontentezza o nervosissimo; una camminata curva, con sguardo perso o abbassato è lo specchio di una personalità fragile e inquieta.
Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, il corpo è lo specchio dei pensieri. Ok, senza aprire un dibattito filosofico riguardante l’influenza dei nostri pensieri sul proprio corpo mettiamo il puntino sulla i: il corpo è un galattico portatore di messaggi e significati e controllarli tutti è praticamente impossibile perché ciò significherebbe essere consapevole della portata comunicativa di ciascun muscolo del corpo umano. Tale livello di autocontrollo è faccenda complessa, a portata di pochi scelti, per lo più invisibili in quanto parte di settori della nostra società vitali e ad alto livello di segretezza.
Qui, mi limito solo a metterti in guardia sull’ambiguità che talvolta il linguaggio del corpo può esprimere nelle relazioni interpersonali e nei discorsi che facciamo abitualmente nella nostra quotidianità. Un maggiore autocontrollo è comunque segno di disciplina: discorsiva, emotiva e comportamentale. Dove c’è disciplina, c’è ordine: ordine nei pensieri, ordine nelle emozioni, ordine nelle azioni. Ordine nella vita.
A questo punto vorrei condividere con te un consiglio: non limitarti a leggere ed osservare, ma allenati nella Palestra delle Parole per accrescere la consapevolezza e la disciplina del tuo corpo. Mimica, gestualità e postura sono strumenti importanti che ti possono aiutare ad incrementare l’efficacia della tua comunicazione.
Concludo questa succinta presentazione con alcuni segnali del linguaggio non verbale a cui stare attenti. Essi sono spesso fonte di ambiguità nell’interazione comunicativa. In aiuto, in questi casi, ci viene il contesto (dove siamo – luoghi formali/informali, con chi siamo – età, sesso, posizione sociale, grado di parentela ecc.) che ci fornisce gli elementi necessari per decifrare correttamente il messaggio ricevuto.

Per questa settimana è tutto, adesso, tocca a te: raccontami la tua idea di linguaggio del corpo nella comunicazione.
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Grazie e a presto,
Lucian
Foto da Google Immagini