Ascoltare con cura e attenzione può essere più produttivo che parlare.
Edward de Bono
Passata la luna di miele dell’innamoramento, iniziano i guai della convivenza quotidiana. Ci sono passato e so di che cosa parlo. Eppure, sono fermamente convinto che una maggiore consapevolezza nell’uso delle parole può fare una grande differenza. L’ascolto attivo e l’argomentazione si affinano nella Palestra delle Parole. Allenarsi, discorsivamente parlando, può, anche se non necessariamente deve, rimettere in moto la tua relazione. Oppure motivarti a iniziarne un’altra.
Nell’articolo di oggi vorrei fornirti qualche spunto proprio su come valorizzare la capacità di ascolto, capacità in mancanza della quale puoi ritrovarti nel buco nero del tu hai torto ed io ho ragione.
La domanda alla quale risponderò è: Che cosa puoi fare per migliorare l’interazione con il tuo interlocutore?
Prima di tutto non credere minimamente che ciò che hai da dire sia più importante di quello che hanno gli altri da dire.
Chiunque incontriate sa qualcosa che voi non sapete.
Bill Nye
Ascoltare attentamente l’interlocutore è uno sforzo cognitivo non da poco e mai scontato. Se il parlare può essere visto come un processo di output dell’informazione (tu fornisci informazioni agli altri), l’ascolto è il processo di input dell’informazione, ovvero il processo che ti permette di raccogliere le informazioni sul tuo interlocutore, sull’argomento in discussione e sul contesto in cui vengono fornite. Un buon ascolto equivale a un egregio lavoro di intelligence discorsivo che ti consentirà di entrare in contatto con la visione dell’interlocutore e con le sue idee che a loro volta possono far germogliare nuovi pensieri, aiutarti a preparare un’azione o a raddrizzare un comportamento. Tutte cose veicolate dalle parole, in direzione mente, spesso con una fermata al cuore.
L’ascolto è il grande portone verso il mondo. Se lo apriamo abbiamo l’opportunità di scoprire una nuova idea, un nuovo punto di vista, una nuova prospettiva, una nuova visione, ma anche nuove parole, nuovi significati, valori, credenze e convinzioni che contano in maniera diversa per persone provenienti da culture diverse. Sentire, ma non ascoltare ci priva di tutto questo.
La risposta alla domanda posta all’inizio dell’articolo è in apparenza molto semplice: per migliorare l’interazione con il tuo interlocutore è necessario essere un buon ascoltatore. Dico in apparenza perché ho visto spesso, troppo spesso, persone che solo apparentemente ascoltavano, mentre, in realtà aspettavano il proprio turno, a volte neanche molto pazientemente, per prendere la parola. Queste persone non ascoltano, loro sentono, odono.
Come si comporta un buon ascoltatore
Vediamo nella pratica come si comporta un buon ascoltatore:
- ha un elevato livello di attenzione nei confronti dell’interlocutore: più lo sguardo dell’interlocutore mantiene il contatto, più il livello di attenzione è alto
- mostra rispetto e buon senso nei confronti di chi parla: non interrompe e non si assenta dall’interazione (hai presente quando eri studente e in aula sognavi ad occhi aperti mentre il prof parlava? Ecco, quello è un assentarsi dall’interazione, ci sei fisicamente, ma la mente è da tutt’altra parte)
- dimostra di essere genuinamente interessato all’interazione: i Signori del Blabla, coloro che parlano e parlano e parlano non sono interessati all’interazione, ma vedono in te un contenitore in cui versare informazioni, dettagli inutili ed eccessivi, dolori passati, presenti e futuri; all’opposto chi racconta con chiarezza e concisione, poi si ferma e ribatte con una domanda attinente all’argomento dibattuto dimostra di essere sinceramente interessato a uno scambio discorsivo costruttivo
- infine, legata alla precedente, raddrizza le antenne per catturare le idee più interessanti, ciò che attira la sua curiosità anche se non strettamente legate all’argomento oggetto della conversazione (come quando vai in auto a un appuntamento ma sei in anticipo e decidi di esplorare qualche stradina meno battuta)
Quando ascolti con autentica attenzione puoi raccogliere molte informazioni che possono tornarti utili in un secondo momento. Ad esempio, se presti attenzione all’uso degli aggettivi nella conversazione da parte del tuo interlocutore puoi cogliere il livello di padronanza delle sue emozioni. L’uso degli aggettivi diminuisce al diminuirsi del dominio delle emozioni. Le persone tendono a usare aggettivi per appiccicare etichette a persone, situazioni, momenti. Quando le redini dell’emotività rimangono libere, non di rado emergono giudizi e stereotipi. Qualche esempio:
- Figlia adolescente in viaggio con i genitori: Quel viaggio è stato molto noioso (il paesaggio in realtà era stupendo, ma il viaggio veniva fatto per la decima volta)
- Pierre e Anna in Cena tra amici: Conosco il senso delle parole e il loro peso. (Pierre) Ah sì? Vaffanculo! (Anna)
- Colleghi di lavoro a proposito del neoassunto collega d’ufficio: È arrogante e antipatico (in realtà timido e riservato)
- Vittorio Sgarbi in qualsiasi show televisivo
Parlo, dunque … riassumo
L’interlocutore che ascolta attivamente è pronto a ripetere riassumendo ciò che gli è stato detto. Il riassunto è un aspetto molto importante in uno scambio discorsivo: serve a confermare che ciò che l’interlocutore ha ascoltato sia in linea con ciò che tu hai detto. Il riassunto aiuta la sintesi, la comprensione e chiarisce l’argomento nella propria mente.
Indicatori discorsivi del riassunto:
Mi pare di aver capito che …. È così / esatto?
Stai dicendo che … dico bene?
Quello che intendi dire è … ho capito bene?
Stai dicendo che …. mi confermi?
Le domande nel processo di ascolto sono importantissime: dimostrano attenzione e interesse, consentono di esplorare aspetti meno chiari dell’argomento in questione e permettono di chiarire eventuali fraintendimenti. Servono per indagare l’argomento:
Hai visto con i tuoi occhi o parli per sentito dire?
È un fatto accertato?
Ci sono prove che confermano ciò che dici?
I dati che cosa dicono?
Trovare le parole efficaci, al momento e al posto giusto è anche il risultato di un ascolto attivo e genuino.
Il successo è ugualmente diviso tra una buona capacità di parlare e a una buona capacità di ascolto.
Riassunto e feedback lusingano l’interlocutore: è la chiara dimostrazione della corretta ricezione del messaggio.
Il riassunto di uno scambio discorsivo è anche un modo per mettere alla prova la pazienza dell’interlocutore. Gli spazientiti mostrano irritazione e rispondono di pungo. Più o meno così:
Ecco, devo sempre ripeterti che …
Tu non capisci …
Mi hai frainteso e adesso non ho più voglia di discutere …
L’articolo di oggi, in poche parole
- L’ascolto attivo è un aspetto essenziale dello scambio discorsivo
- Un buon ascoltatore è attento e cerca di trarre il massimo beneficio da ciò che gli viene detto
- L’ascoltatore attento approfondisce l’argomento ponendo domande e riassumendo i punti salienti
- Una migliore capacità di ascolto ci aiuta a vedere le cose da un’angolatura diversa
- Con un ascolto genuino scoprirai visioni alternative e inedite di una stessa situazione fornite da persone diverse, con esperienze diverse, provenienti da culture diverse
Questo è quanto. L’ascolto è il grande portone verso il mondo. Sta a noi decidere quando, come e quanto tenerlo aperto.
Spero che l’argomento dell’articolo di oggi ti sia piaciuto. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi riguardo all’ascolto, dimmelo con un commento qui sotto.
A presto,
Lucian
Foto di tzejen