Vogliono imparare a parlare senza cambiare la loro vita. E a quelli che vogliono cambiare non viene in mente di cominciare parlando.
Sten Nadolny
Alcuni lettori lo hanno già notato e alla domanda “Che succede?” ho risposto con “Te lo dico presto. Con un post”.
È successo che nell’ultima settimana ho apportato diversi cambiamenti al sito RhetoFan.com e alla Guida Parla meno, parla meglio: alcuni di forma, alcuni altri di contenuto.
Forse non ti interessa una beata cippa lippa, ma se un giorno prenderai carta e penna digitali per aprire un blog, redigere una guida o scrivere un e-book la mia esperienza potrebbe aiutarti ad evitare qualche errore che ho commesso io.
Iniziamo dalla fine.
Quando a fine marzo ho pubblicato Parla meno, parla meglio. Guida (quasi) seria all’arte del parlare con arte ero soddisfatto e fiducioso di aver creato un prodotto editoriale di qualità. E, non lo nascondo, mi sarebbe piaciuto guadagnarci dalla sua vendita.
L’argomento principale della Guida è la Retorica, la quale – me ne rendo conto – NON gode di grande appeal commerciale nel mondo digitale e non. Solo a sentir parlare di Retorica e scatta subito l’allarme dei soliti stereotipi negativi: florilegio, parlare a vanvera, manipolazione occulta e via di questo passo.
Quando invece la Retorica è un campo del sapere che custodisce strumenti affilatissimi per persuadere e dissuadere noi stessi e gli altri e ci aiuta a capire come usare al meglio ciò che più di altro ci definisce come genere umano: la Parola. Per questo motivo la considero il Chilometro 0 della comunicazione.
Tutto ciò che ho letto negli ultimi anni sulla Retorica insieme agli studi di Howard Gardner sull’intelligenza multipla mi hanno aiutato a elaborare il concetto di intelligenza retorica intesa come una capacità strategica per meglio mettere a frutto l’informazione nelle interazioni umane. Nello specifico, definisco inteligenza retorica:
la capacità squisitamente umana di formulare messaggi adeguati all’interlocutore, in funzione del contesto e dell’obiettivo discorsivo da raggiungere.
Per descrivere il concetto ho inventato una storia che alcuni hanno apprezzato, altri un po’ meno, ma che illustra in maniera semplice e divertente che cosa facciamo con le informazioni raccolte dal mondo circostante e come possiamo migliorarne la gestione nei rapporti sociali della nostra quotidianità. Non ritengo di aver fatto grandi scoperte, mi piace invece credere di aver divulgato il verbo di un campo del sapere che ci può aiutare a diventare oggi un po’ migliori di ieri.
Anche se la Retorica NON gode di grande appeal nel mondo digitale e non del terzo millennio è mia convinzione, e RhetoFan ne è il risultato, che questo campo del sapere ha bisogno di una rinfrescata: deve scendere dalla soffitta accademica per riprendere posto tra la gente e nella vita di tutti noi.
La Retorica descrive il genere umano, e quindi tutti noi, nel rapporto che instauriamo con la Parola. È un richiamo all’ordine e (auto)disciplina verbale, di pensiero e di comportamento quanto mai necessario nel mondo caotico in cui viviamo (troppo) spesso con un acuto senso di smarrimento.
Fin qui tutto bene.
Quando credevo di aver raggiunto un primo obiettivo – la pubblicazione della guida – e fiducioso di poter procedere con altri articoli di approfondimento, mi sono accorto che, invece di essermene liberato, ero caduto prigioniero in quella che chiamo la trappola del criceto perfezionista. La Guida si era insidiata e insediata nella mia testa e ella mia anima fino a soggiogarmi. Lo sapevo che l’opera si lega fortemente al suo autore, a volte fino a diventarne tutt’uno, ma non credevo il processo fosse così intenso. La Guida non mi dava pace. Mi ritornava nella testa, mi faceva sollevare dubbi sulle idee espresse. Mi tormentava giorno e notte e diversi passaggi mi ronzavano spesso in testa. L’opera per l’autore e come il neonato per la madre: chiama e richiama fino a che non ha tutta la tua attenzione.
È stata una fottuta trappola che mi ha tenuto prigioniero per due fottutissimi mesi: la trappola del criceto perfezionista. Me ne rendevo conto eppure non riuscivo a liberarmene. Volevo che Guida fosse perfetta: nel contenuto e nella forma. C’è voluto del tempo per riuscire a staccarmi mentalmente, per allontanarla e lasciarla spiccare il volo.
Tuttavia, questo tormentato legame ha avuto anche la sua parte positiva: una ultima lettura, l’unico modo per poter tagliare il cordone ombilicale e liberarcene, io dalla mia creazione, e la mia creazione dal suo criceto perfezionista 🙂
Credo che questa battaglia interiore sia stato un passaggio inevitabile. Questo mi ha permesso di rimediare alcuni errori che ritengo di aver commesso nella sua stesura e nella gestione di RhetoFan.
Eccoli.
- Dopo diversi feedback e dopo essermi confrontato con alcuni lettori ho eliminato la parola geek dalla Guida e dal sito. Ho sempre sentito questa parola divertente, senza alcuna connotazione negativo, anzi mi dava l’idea di una persona con una forte passione per qualcosa. Ho tralasciato, però, un significato abbastanza diffuso nel sentore comune: la passione ossessiva.
- Sono stato prolisso. Preso dall’entusiasmo e dalla convinzione che l’intelligenza retorica è una capacità presente in tutti noi, mi sono accorto di essermi ripetuto più volte e in maniera diversa nelle pagine della Guida. Per questo motivo ho deciso di tagliare alcuni passaggi che mi sono sembrati, a distanza di due mesi, superflui. Inoltre, per alleggerire il file e rendere la lettura più scorrevole ho deciso di eliminare le illustrazioni.
- Ho cercato con ossessione la perfezione nel tono, nel ritmo e nella lunghezza delle frasi. Impossibile. Alcuni giri mi sono venuti meglio, altri un po’ meno. Naturale. Mi piacciono le cose ben fatte, ma rinunciare alla perfezione equivale ad accettare di essere umano.
- Ho letto e riletto il capitolo sull’intelligenza retorica e sulla competenza retorica: a distanza di due mesi, ho perso il pensiero che mi aveva guidato alla stesura dei due capitoli. Non ha retto alla prova del tempo, perciò ho cancellato il capitolo sulla competenza (alcune idee le puoi comunque trovare nell’articolo che rimarrà sul blog Che cos’è la competenza retorica; è un esempio di come le idee si evolvono).
- Ho rivisto e semplificato il sottotitolo. Per molto tempo prima della pubblicazione sono stato in dubbio: guida semiseria come mi consigliò Barbara Dall’ò che aveva seguito la correzione della Guida o guida quasi seria come la ritenevo io per tono e contenuto. Ha prevalso l’ultimo, ma ora, per tagliare la testa al toro, ho voluto semplificare ulteriormente: né guida semiseria, né quasi seria, ma semplicemente Guida.
- Ho eliminato la prefazione. Cercare di individuare a priori un pubblico specifico a cui rivolgermi non è stata una buona idea. La Guida NON è solo per genitori, sposini e venditori; tratta di ciò che più caratterizza il genere umano – la Parola – e si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare come farne buon uso, al momento giusto e nel contesto appropriato. Perché la retorica NON è florilegio o parlare a fiumi per abbindolare la gente ma un ingrediente che dà più sapore alle idee, alle conversazioni, ai dibattiti. Alla vita.
Questi sono i cambiamenti maggiori. Credo che i ritocchi apportati rendono la lettura della guida molto più scorrevole.
È intorno alla felicità e alle azioni che a essa conducono e a quella a essa contrarie, che ruotano tutti i tentativi di persuadere e dissuadere.
Aristotele
Sono dell’idea che tutti noi possediamo una forma particolare di intelligenza – l’intelligenza retorica e che coltivarla e valorizzarla può avere risultati positivi nella vita di tutti noi.
Le persone felici e di successo ne sono un esempio: hanno una padronanza della Parola sopra la media e riescono più abilmente degli altri a trovare le parole giuste al momento giusto a casa in azienda e nella vita. Una buona padronanza della Parola è il risultato di un percorso di (auto)disciplina verbale, di pensiero e di comportamento.
L’ideazione di un progetto significa anche far ordine nel caos favorito non solo dall’incontro ma anche dallo scontro di numerose idee che ti passano per la testa. Con gli ultimi ritocchi, tuttavia, vorrei credere di aver reso RhetoFan un po’ più strutturato rispetto ai suoi inizi. E il concetto di intelligenza retorica più chiaro e conciso.
Mi piacerebbe sapere se sei della stessa idea e ti ringrazio anticipatamente se vorrai lasciarmi un tuo commento.
Buona settimana & a presto.
Lucian