Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.
Raymond Carver
Nella vita ci sono discorsi e discorsi. Quelli che facciamo agli altri e quelli che facciamo sugli altri. Quelli che facciamo a casa e quelli che facciamo in azienda.
E poi ci sono quelli, i più importanti, che facciamo a noi stessi. Con noi stessi.
La vita vista così è un gran bel discorso. Rivelatore di ciò che siamo. Di ciò che pensiamo. Di ciò che facciamo.
Teniamo discorsi. È questo che facciamo principalmente nella vita. Teniamo discorsi a persone diverse, in contesti diversi, usando parole diverse. È questa l’attività che più di altre ci caratterizza in quanto esseri umani: stendiamo parole scoperte, udite, apprese su un immenso foglio di carta – la propria vita, per dare un senso. A ciò che facciamo. A ciò che pensiamo. Alla vita che viviamo.
Per scrivere bene, occorre avere a portata di mano un buon dizionario. Ogni uno di noi se ne porta uno dietro. Il proprio dizionario di parole apprese, udite, scoperte. Il migliore è quello aggiornato, autorevole, pratico, utile e ricco di parole positive. Lo apriamo quando teniamo un discorso. A casa, in azienda, nella vita. Nei proprio confronti, nei confronti degli altri, nei confronti del mondo.
La vita è un gran bel discorso da fare soprattutto con noi stessi. Gli inglesi, bravi a trovare facilmente parole brevi, lo chiamano self talk. Noi che dagli antichi romani abbiamo ereditato la grazia discorsiva chiamiamolo pure per quello che è: il dialogo con noi stessi.
Il dialogo con noi stessi è la somma dei dialoghi che abbiamo sentito attorno a noi fin dai primi anni di vita. I discorsi che ci facciamo tra noi e noi riflettono i discorsi che gli altri attorno a noi hanno fatto tra di loro e con noi. Se le persone che ci parlavano estraevano dal proprio dizionario parole negative, velenose, inquinanti è altamente probabile che anche il nostro, di dizionario, sia composto principalmente di parole inquinanti, velenose, negative. Soprattutto nei nostri confronti.
Il dialogo con noi stessi condiziona la nostra visione del mondo. Il dialogo con noi stessi cambia di tono quando prendiamo consapevolezza della forza delle parole. Quando cioè, riconosciamo alla Parola ciò che è suo: la forza di cambiare il mondo, interiore e circostante. Quando cominciamo a guardarci dentro e fuori con Curiosità.
Nel dialogo con noi stessi si riflette l’immagine di sè.

Ecco cinque strategie per migliorare il dialogo con noi stessi e fare della propria vita un gran bel discorso valorizzando il tempo creando valore.
- Diario. Tenere un diario è il miglior modo per prendere consapevolezza delle parole che usiamo. Mettere nero su bianco i pensieri che abbiamo, le azioni che compiamo è un esercizio di stile che ci permette di mettere alla prova la qualità dei nostri discorsi. Qualche esempio: “Quando faccio …. mi dico …”; “Quando procrastino faccio …”; “Quando mi arrabbio penso …, faccio …, dico …”.
- Dizionario. Aggiungere al proprio dizionario parole più valorizzanti e meno doverizzanti: posso, sono capace, ce la faccio, è una sfida a cui vado volentieri incontro, accetto di mettermi in gioco sono espressioni che riflettono un modo di pensare positivo, in cui curiosità e volontà di esplorare le proprio abilità predominano. Un dialogo positivo con noi stessi è l’espressione della migliore amicizia che un essere umano possa coltivare con se stesso.
- Semplicità. Le buone idee sono vestite di semplicità. Il buon vivere è fatto di poche parole. Ma buone. Tutto il resto è tempo da valorizzare. Creando valore. Con le parole del proprio dizionario. Nei discorsi con noi stessi, attingendo ai territori profondi della nostra anima.Valorizzare la semplicità, spiegando con tatto e in poche parole perché un cosa si può fare, è divertente farlo, è educativo farlo, ne vale la pena di farla. All’opposto, perdersi nei fiumi di parole per convincere che una determinata cosa non si può fare è poco valorizzante e controproducente.
- Pensieri vigorosi. Se nel dialogo con se stessi emergono argomenti tipo “sono fato cosi”, “basta, ho già imparato / studiato / fatto abbastanza”, il proprio dizionario ha urgente bisogno di un aggiornamento. È necessario contrapporre a pensieri mosci che riflettono comportamenti discorsivi statici, pensieri vigorosi che generino comportamenti discorsivi dinamici, accoglienti e collaborativi.
- Internet. Fare dell’Internet uno strumento per crescere e diventare migliori è una delle più grandi sfide di questo millennio. Per esempio, cercare cos’hanno detto i pezzi da novanta della storia dell’umanità prima di noi, guardare un video illuminante per scoprire una nuova idea o una nuova visione del mondo, riflettere su una parola interessante pensando il pensiero.
Dialogare con se stessi estraendo dal proprio dizionario parole positive, idee ottimistiche riflette un comportamento discorsivo accogliente e collaborativo, frutto di una sana autostima. Accoglienza e collaborazione sono le premesse per migliorare discorsi, relazioni, lavoro. E vita.
La vita è il più bel discorso quando abbiamo preso piena consapevolezza della forza della Parola e delle nostre abilità di valorizzare tempo e risorse interiori per creare valore nel mondo che abitiamo.
Tutto noi dovremmo tenere un gran bel discorso. Ogni giorno, con tutti. Ma soprattutto con noi stessi.
Foto di Ceslovas Cesnakevicius
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