Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.

Antoine de Saint-Exupéry

Oggi mia figlia compie nove anni. Sono esattamente 3287 giorni che viaggiamo insieme.

 

Un lungo viaggio. Impegnativo. Affascinante. Gratificante.

 

Destinazione?

 

Vita.

 

In questo meraviglioso viaggio ho sempre cercato di avere a portata di mano ciò che ritengo sia la cosa più importante che un genitore possa regalare ai propri juniors: il TEMPO.

 

Tempo per giocare insieme.

Tempo per parlare insieme.

Tempo per creare insieme.

Tempo per leggere insieme.

Tempo per crescere insieme.

 

Essere genitore non è una passeggiata sotto il chiaro di luna. Richiede energie. Richiede pazienza. Richiede creatività e motivazione. Soprattutto richiede tempo.

 

Tempo insieme. Tempo di qualità. Il tempo trascorso insieme ai propri figli è il miglior tempo che un essere umano possa vivere.

 

In fondo, quali sono le fondamenta di una sana cultura genitoriale? Il tempo condiviso tra genitori e figli. Non insieme sul divano a guardare ciascuno lo schermo di un bellissimo, utilissimo, pericolosissimo device tecnologico. Ma insieme sul divano a creare, parlare e giocare insieme.

 

Per crescere bambini belli esponeteli al Bello. Profumateli di Bello. Fatteli esplorare bei posti, fateli conoscere bei libri, fateli incontrare belle persone. Fateli conoscere la retorica, quella vera, nata in Italia e lasciata in generosa eredità dagli antichi greci. Portateli con voi in giro per il mondo. Fateli parlare. Rispondete alle loro domande. Stimolate la loro curiosità. Più bellezza assorbiranno, più belli diventeranno. Più luce irradieranno.

 

Per crescere bambini forti, create le condizioni perché possano mettersi alla prova. È l’unico modo per conoscersi e scoprirsi. Per valorizzare le proprie risorse. Proteggeteli senza soffocarli. Ascoltateli senza giudicare. Non dite loro chi sono, ma aiutateli a scoprirlo da soli. Dite loro che cosa possono fare, non quello che non possono fare. Dite loro di raccontarvi ciò che pensano di poter fare e non ciò che credono di non poter fare. Lasciateli prendere decisioni. Lasciateli sbagliare. Lasciateli esplorare. Lasciateli cadere, ma aiutateli a rialzarsi.

 

Insegnateli a fare il meglio che possono con ciò che hanno, là dove si trovano. Rassicurateli. Dite loro che ci siete: davanti, per guidarli, a fianco per sostenerli, dietro per spronarli. Insegnate loro come nutrire corpo e anima. Mens sana in corpore sano: mente sana in corpo sano, dicevano nell’antica Roma. Un principio attuale oggi come allora, perciò incoraggiateli a fare uno sport per nutrire il loro corpo e un’attività artistica per nutrire la loro anima. E fatteli “andare” in quella Palestra mooolto speciale: la Palestra delle Parole. Così come i muscoli fisici, anche quelli discorsivi li aiuteranno a crescere armoniosamente.

Il modo più esatto per pensare un’intelligenza è quello di concepirla come un potenziale.

Howard Gardner, in Forma Mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza

Per crescere bambini intelligenti occorre stimolarli. Ispirarli. Occorre fare loro domande. Chi? Che cosa? Come? Dove? Quando? Perché? Ascoltate le loro risposte. Una delle più insidiose piaghe socio relazionali del mondo contemporaneo on e off line è l’incapacità di ascoltare il proprio interlocutore. Abbiamo tante cose da dire. Troppe, che viaggiano a grande velocità. Si amplificano e si distorcono sulle autostrade digitali. Per contro, e purtroppo, in pochi, troppo pochi ascoltiamo ciò che gli altri dicono. In pochi, troppo pochi, genitori e figli, si incontrano, si ascoltano, motivano, dibattono e argomentano ciò che dicono.

 

Per crescere bambini belli, forti e intelligenti occorre insegnare loro la forza delle parole. Dette e non dette. La loro grandezza d’anima si rifletterà nelle parole che useranno. Da piccoli e da grandicelli. In adolescenza e nella vita adulta.

 

Portateli, dicevo, nella Palestra delle Parole. Siate i loro allenatori discorsivi. Aiutateli a fare del parlare un’arte. Mettete loro a disposizione la miglior cassetta degli attrezzi della comunicazione efficace, strumenti discorsivi, emotivi e comportamentali per poter imparare i valori che contano: pragmatismo, produttività, efficacia personale, impegno, tolleranza, empatia, apertura mentale, curiosità, stima di sé. Si rifletteranno in ciò che penseranno, nelle parole che impiegheranno, nelle attività che svolgeranno. Create i contesti adeguati perché apprendano come valorizzare le proprie risorse, come continuare a crescere e migliorare lungo quel meraviglioso sentiero chiamato VITA. Portateli al Chilometro 0 della Comunicazione e spronateli a scalare le vette della Crescita Personale. Un giorno vi ringrazieranno.

 

Io non sono il papà perfetto, ma ho cercato di essere per mia figlia il papà che avrei voluto avere. Ho cercato di dare a mia figlia ciò che a me è mancato: il tempo condiviso. Lo stare insieme, papà e figli.

 

Non occorre essere genitori perfetti per crescere figli belli, forti e intelligenti. Occorre essere abbastanza buoni. Abbastanza buoni con sé stessi e con i propri figli. Abbastanza esigenti. Abbastanza motivati da voler condividere insieme agli juniors l’inestimabile ricchezza che tutti noi possediamo. E di cui – la vita di tutti giorni ce lo dimostra – spesso ne facciamo cattivo uso: il Tempo.

 

Maggiore è il tempo condiviso con i propri figli, migliore sarà la società di domani.

 

Più belle, più forti e più intelligenti saranno le generazioni future.

 

Vuoi approfondire l’argomento genitori – figli? Ecco un’idea, anzi tre 😉

 

Chiedimi che cosa vuol dire essere papà

Le sette meravigliose lezioni che ho imparato da mia figlia (in cambio delle mie tre)

Lasciamoli pensare con la propria testa e camminare con le proprie gambe

 

Domande, dubbi, curiosità? Dimmelo con una e-mail a lucian@rhetofan.com.

 

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