Aggiornato il 24 agosto 2020.

Questo articolo è stato revisionato e aggiornato il 24 agosto 2020.

Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo.

Socrate

 

Confesso che il cambiamento acclamato negli slogan marketari e nell’oceano dei blog di crescita personale mi ha sempre fatto prurito agli occhi e suscitato massima diffidenza.

 

Più in generale, prima di trattare l’argomento cambiamento, ho voluto testare in prima persona se davvero qualcosa dall’esterno può provocarlo e soprattutto come potrebbe farlo.

 

Una sfida personale, indubbiamente, ma anche una forma di rispetto per chi arriva sul portale RhetoFan | Palestra delle Parole e inizia a leggere uno o più articoli tra i più di duecento che ho pubblicato nei quattro anni dal suo lancio.

 

Quindi riluttanza e diffidenza come barriera all’entrata prima di riempirmi la testa e la bocca con parole importanti come quella, appunto, del cambiamento.

 

Eppure.

 

Eppure arriva un momento nella vita in cui senti un formicolio allo stomaco che preannuncia una vera spinta al cambiamento.

 

Un momento in cui senti davvero di averne un dannato bisogno.

 

Un momento in cui per fare spazio al nuovo devi davvero armarti di pazienza e un buon martello e iniziare a demolire, mattone per mattone, l’edificio che hai costruito.

 

È quel momento in cui ti accorgi di non essere ciò che sei, ma la copia di qualcun altro, o peggio ancora del sogno, o del desiderio, o dell’ambizione di qualcun altro.

 

In cui decidi di alzare lo sguardo e rimboccarti le maniche. Per ricostruire la persona che meriti di essere.

 

Il momento in cui semplicemente dici: basta, non voglio più mentirmi, quest’emorragia di energie, di sogni franti e desideri inesauditi posso fermarla. (attenzione al verbo usato: “potere”, non “dovere”).

 

E decidi di rimescolare tutto: relazioni, emozioni, pensieri.

 

C’è quel momento in cui comprendi una volta per tutte che senza obiettivi nella vita non vai da nessuna parte.

 

Il momento in cui decidi di prendere di petto e affrontarla, quella fottuta paura, l’emozione che più di tutte è in grado di lasciarti a secco.

 

E il momento in cui accetti: il passato per quello che è stato, il presente per quello che è.

 

Ed è lo stesso momento in cui comprendi la vitalità celata nella profondità di tre parole: qui ed ora.

 

Ti accorgi in quel momento di essere indietro con i tuoi sogni perché un giorno hai rinunciato a te per qualcun altro. A scapito della tua inestimabile ricchezza: il tuo tempo.

 

È vero, questo momento esiste. È il momento in cui una domanda audace affiora nella tua mente: per quanto tempo ancora hai intenzione di far finta? 

parole efficaci per cambiamento

Un esercizio di cinque minuti per innescare la leva del cambiamento

Se anche tu senti dentro un vulcano che sta per scoppiare, quello potrebbe essere il momento ideale per dar via al cambiamento.

Nessuno può convincere un altro a cambiare. Ciascuno di noi è il custode di un cancello che può essere aperto soltanto dall’interno. Noi non possiamo aprire il cancello di un altro, né con la ragione, né con il sentimento.

Marilyn Ferguson

Il momento in cui per vederci più chiaro ti suggerisco di provare un semplice esercizio.

 

Prendi un foglio di carta bianca, una penna (non il computer) e siediti comodamente in un posto tranquillo in cui sai che per i prossimi cinque minuti non sarai disturbato da nessuno.

 

Preparati il timer del tuo smartphone e impostalo a 60 secondi. Prendi in mano la penna e scrivi questa domanda:

Che cos’è PER TE importante nella vita? (proprio così con ”PER TE” in lettere maiuscole)

Una volta finito di scrivere la domanda fai un respiro profondo, avvia il timer e per 60 secondi scrivi di getto tutto quello che ti passa per la testa. Quando suona il timer fermati, metti giù la penna e rilassati per un tempo uguale a quello dedicato alla riposta, quindi sempre 60 secondi.

 

Ripeti l’esercizio per la seconda domanda:

Quando lo è diventato?

Scrivila sul foglio di carta sotto alla risposta alla prima domanda, fai partire il timer e rispondi sempre in 60 secondi. Quando suona il timer, fermati e rilassati per 60 secondi.

 

Infine, concludi l’esercizio facendo la stessa sequenza di movimenti per rispondere alla terza e ultima domanda:

Perché lo è diventato?

Scrivi la domanda, avvia il timer e lascia poggiare dolcemente i tuoi pensieri sul foglio di carta bianca che hai davanti. Sempre per sessanta secondi, allo scadere dei quali, posa la penna.

 

Sii onesto è focalizzato. Lascia scorrere la penna. Non ci pensare, scrivi e basta. Non badare alla forma, riversa tutto ciò che trabocca nella tua mente sul bianco del foglio che hai di fronte.

 

Poi leggilo. Quelle parole descrivono ciò che sei in quel momento, quando e perché lo sei diventato.

 

Per sgombrare il campo da giudizi superficiali e fraintendimenti vari, lascia che sia sincero con te: queste tre semplici domande sono state un punto di svolta per me. Non hanno cambiato nulla di punto in bianco, ma hanno dato vita a una sequenza di cambiamenti che mi ha spinto a mettere in discussione il mio universo interiore. E tutto attorno a me.

 

E quando inizi a mettere in discussione tutto attorno a te, e soprattutto te stesso, capisci che finalmente è giunto. È giunto il momento della trasformazione.

 

Quindi: se stai bene così, non fare nulla. Hai appena letto un articolo che contiene un esercizio che potrebbe rivelarsi utile in quel momento in cui il vulcano dentro di te starà per eruttare.

 

Oppure fallo, in fondo sono cinque minuti che potresti togliere dal ca*%*ggio quotidiano sui vari social mangiatempo e acchiappattenzione.

 

Nella peggiore delle ipotesi non succede nulla. Ma immagina ciò che potrebbe accadere se fosse l’inizio di una sequenza di cambiamenti che ti permetterebbero di vedere la tua vita in una nuova luce. Più autentica, più genuina.

 

Quando decidi di farlo, fammi sapere com’è andata. 

 

Buona settimana,

 

Lucian

 

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