Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.
Raymond Carver
Nell’articolo della scorsa settimana Come strutturare un dialogo efficace in cinque mosse, ti anticipavo che oggi avrei condiviso con te alcuni tips per portare a buon fine un dialogo vincente e a casa un buon risultato. Un vero banco di prova per l’efficacia di un dialogo è il colloquio di assunzione. Ce n’è parecchio inchiostro speso sull’argomento, perciò andiamo dritti al dunque.
Prima, tuttavia, vorrei riprendere brevemente le diversi fasi di un dialogo efficace elecanti nell’articolo della scorsa settimana:
- Preparazione preliminare: introduzione, preparazione domande, stabilire obiettivi;
- Apertura del dialogo: prima impressione, formule per stabilire il contatto, entrare in sintonia relazionale;
- Analisi del problema: chiedere chiarimenti senza giudicare;
- Reperimento di soluzioni: raccogliere le idee e proporre migliorie;
- Fase conclusiva: trovare un accordo a livello oggettivo e relazionale.
L’andamento di un colloquio di lavoro segue in genere i binari di qualsiasi altro colloquio: si assomiglia o si differenzia a seconda del tipo di persona che si incontra, dalla situazione e dell’obiettivo da raggiungere.
- Preparazione del colloquio
Occorre prepararsi accuratamente raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni sull’azienda e sul posto vacante. Occorre inoltre valutare se il posto per cui ci si candida si sposa bene con le proprie aspirazioni e capacità.
L’obiettivo di un’attenta preparazione del colloquio di lavoro è di evidenziare al meglio le proprie capacità e doti personali in modo da farsi percepire dall’azienda nil miglio candidato in quel monento per quel preciso posto. Per questo motivo va posta massima attenzione a due variabili fondamentali:
- Abbigliamento: bisogna adattarlo alla posizione che si dovrà occupare in azienda; è indispensabile, inoltre, avere un aspetto pulito e curato, consono al settore dell’attività;
- Puntualità: massima attenzione ai tempi necessari per raggiungere la sede del colloquio; fai in modo che tu possa raggiungere il luogo del colloquio in anticipo e con un buon margine di sicurezza;
- Allenamento discorsivo: anticipa mentalmente lo spazio fisico e simbolico in cui entrerai, immagina le domande dell’intervistatore e prepara le risposte le più adeguate.
Un film che ho particolarmente apprezzato e da cui potrai prendere qualche spunto è Lo stagista inaspettato in cui recitano brilantemente Anne Hathaway e Robert de Niro.
- Apertura del colloquio
Si gioca su ciò che la saggezza popolare chiama la prima impressione: intervistatore e intervistato si fanno un’idea di chi ciascuno di loro ha di fronte. Ognuno si forma la propria immagine dell’altro a partire da fattori esterni immediatamente percepibili: atteggiamento, aspetto, voce, sguardo e gesti. Affrontare il colloquio con sicurezza di sé, mostrando attenzione alle domande dell’intervistatore ed entusiasmo nel formulare risposte adeguate è una buona occasione per fare un una buona impressione. Saranno apprezzate le risposte fornite con naturalezza e guardando in faccia l’interlocutore.
Simultaneamente alla prima impressione c’è il primo contatto. L’intervistatore stabilisce le regole del primo contatto è questa è una forma sottile di potere che esercita attraverso indicazione brevi e precisi: decide se stringere la mano o no, indica dove sedersi e definisce la qualità del tempo da dedicare all’intervistato (accetta le interruzioni dei colaboratori, risponde al telefono, controlla le e-mail).
Quando l’intervistatore rompe il ghiaccio con le domande introduttive, è bene dimostrarsi:
- disponibili a rispondere senza lanciarsi in grandi commenti;
- aperti e accessibili con la mimica e la gestualità, ma reticenti a parole;
- breve e cortese nel fornire le risposte;
- diplomatici;
- empatici.
Non ci si dimostra per niente aggressivi o esageratamente spigliati. L’obiettivo – mai perderlo di vista – è di conquistare il posto di lavoro e un modo sicuro per farlo è suscitare simpatia nell’intervistatore.
3-4. Analisi dei problemi e individuazione delle soluzioni
Questa fase concreta inizia abitualmente con l’invito a spendere qualche parole su di sé, e su come si è deciso di presentare domanda di lavoro presso l’azienda. L’intervistatore potrebbe rivolgersi con frasi diverse, ma con lo stesso significato essenziale:
Mi dica qualcosa su di lei, sul suo percorso professionale e su come ha maturato la decisione di presentare la propria candidatura.
È importante in questa fase stabilire punti fermi da evidenziare in funzione dello scopo da raggiungere. È importante saper proporsi nel modo migliore usando poche parole e buone, concrete e confinate all’argomento chiave dell’incontro: il motivo per cui si intende lavorare in quell’azienda.
A ciò seguono di solito domande di approfondimento da parte dell’intervistatore. Conterano le risposte fornite, l’impressione di autocontrollo, di consapevolezza e di competenza professionale che si sarà saputo dare all’interlocutore. Una buona via da percorere per conquistare l’intervistatore è dimostrare:
- brevità e immediatezza nelle risposte fornite;
- disponibilità a raccontarsi
- cordialità e sicurezza di sé
- saper esprimere i propri obiettivi professionali.
Anche il candidato ha di norma modo di far domande. Il principio che vale è: porre prima domande sull’azienda, poi sul posto di lavoro e da ultimo sulle condizioni contrattuali. Un consiglio: evitate di affrontare di vostra iniziativa l’argomento retribuzione.
- Conclusione
Di solito questo tipo di colloqui si conclude con formule non impegnative, inclusa quella terribile
Le faremo sapere.
Fa parte del gioco e bisogna starci. In ogni caso, uscite di scena con dignità: ringraziate per l’occasione, salutate cordialmente, mostrate fiducia nel proprio valore professionale e umano e lasciate la stanza a testa alta.
Quel colloquio è stata la migliore prestazione discorsiva della tua vita, in quel dato momento, con quella precisa persona, in quel determinato contesto culturale e al netto della tua esperienza professionale.
Nel mio cammino professionale ne ho sostenuti parecchi, di colloqui di lavoro, sia da intervistatore, sia da intervistato, in Paesi diversi e in lingue diverse. Non tutti sono andati bene, naturalmente, anzi, solo da alcuni sono riuscito a portare a casa un risultato concreto. Nonostante ciò, a tutti mi sono presentato al meglio che potessi, a tutti ho dedicato del tempo per conoscerli meglio (ricerche on & offline, via internet, amici, parenti & conoscenti) prima di incontrarli. A mio turno ho apprezzato chi si presentava accuratamente preparato all’incontro con me e ancora di più all’appuntamento con il suo possibile nuovo luogo di lavoro.
Buona settimana.
PS: Se sei all’inizione di una carriera professionale, questo film (in francese) potrebbe darti degli utilissimi spunti: Quai d’Orsay
Foto di Lewis Minor